Questa settimana parliamo di un film da poco uscito nelle nostre sale. Dopo Il mistero dei templari la Walt Disney ripropone l’accoppiata Turteltaub-Cage per offrire ancora una volta un paio d’ore piacevoli seppur disimpegnate, comunque consigliabili per una serata leggera all’insegna di cinema e pop-corn.
Il titolo è lo stesso del celebre episodio di Fantasia, film animato del 1940, che vede Topolino nei panni di un inesperto apprendista stregone appunto, e che a sua volta fu ispirato dalla meno nota, purtroppo, ballata di Goethe. Ne è citazione lampante il balletto improvvisato da vecchie scope messe in moto da un malriuscito incantesimo di Dave, troppo pigro e frettoloso per rassettare il laboratorio con metodi tradizionali.
Dave è, senza nemmeno poterlo immaginare, il più o meno diretto discendente di Mago Merlino; Balthazar Blake, con l’imperturbabile volto di Nicholas Cage, è il potente mago che da secoli lo sta cercando per scongiurare terribili pericoli per tutta l’umanità. Lo troverà a Manhattan e cercherà di istruirlo alle arti magiche nel più breve tempo possibile, sopportando con pazienza gli attacchi del nemico di turno, interpretato da un impellicciato Alfred Molina, e i ripetuti pasticci dello stesso apprendista, completamente impacciato e irrimediabilmente innamorato.
Alla fine, come è prevedibile per ogni spettatore ormai abituato ai tanti Harry Potter o Percy Jackson, la magia buona avrà la meglio, questa volta coadiuvata da una profonda conoscenza della fisica che sembra essere l’unica qualità che lo stesso novello Merlino riconosce a sé stesso.
Si procede a psichedelici colpi di bacchetta, inseguimenti rocamboleschi sui più svariati mezzi di trasporto e bambole matrioske dalle quali sgusciano fuori stregoni di ogni razza e misura.
Il film è quello che è, ed esattamente quello che ci si aspetterebbe da una tale produzione, senza grandi pretese o colpi di scena, ma può andare bene se si desidera semplicemente un dopocena estivo senza pensieri in cui simpatizzare per un goffo giovane mago e in cui lasciarsi rassicurare dalla familiarità di un Nicholas Cage che rimane sempre serenamente uguale a sé stesso. Voto 6,5.
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