Guidonia, famiglie senza acqua da tre giorni

In Cronaca & Attualità, Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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In effetti, questa era una notizia che mancava. Troppa estate è già trascorsa, ma ecco, immancabile, in grande stile, arriva l’emergenza acqua a Guidonia. Sono già tre giorni che un pezzo della Città dell’Aria – dalla piazza del mercato, a via dell’Unione, passando per  di via Colleferro, proseguendo per la parte “alta” di Guidonia – è senza acqua. "Da tre giorni tutta guidonia “su” – spiega una residente – è senza acqua. Ho chiamato l’Acea Ato2: mi ha risposto un disco che dice che nella nostra zona ci sono problemi. Ho telefonato ai carabinieri, e alla protezione civile, ma nulla è cambiato”. La Protezione Civile – Volontari Valle dell’Aniene – ha detto di avere la pompa, “ma di non poter scaricare acqua dagli idranti pubblici per via delle nuove ordinanze comunali in materia di protezione civile”.  Ovviamente, con il caldo, l’acqua è ancor più fondamentale per la gente, in primo luogo per le condizioni igieniche. Non c’è niente di nuovo, alla fine: certamente non l’incapacità di individuare un responsabile, né quella di agevolare la vita dei cittadini. Resta una sensazione forte di dejavu, di scene già viste, riguardo un servizio, a detta dei cittadini, che ha delle importanti lacune da alcuni anni a questa parte. Senza contare la difficoltà nel contattare l’Acea, che raramente (eufemismo) risponde al telefono. Tutto questo c’è, ci sono i disservizi, e restano come sempre le bollette che la gente deve pagare. Sennò l’acqua viene staccata. Suona molto ironico, pagare per un servizio che va e viene – suona ancora peggio il fatto di dover pagare l’acqua, il bene pubblico per eccellenza, ma questa è un'altra storia – ma questo prevede la legge, la burocrazia, Giove Pluvio, chi volete insomma. E se l'acqua è un diritto – e lo è – qualcuno potrebbe anche sentirsi in diritto di non pagarle queste bollette. Quello che per fortuna c’è ancora, insieme a tutto questo grigiore, è la legittima indignazione della gente. Un buon segno, vuol dire che siamo ancora vivi. Quando non ci sarà più l’indignazione, o perlomeno la capacità di farlo, per far valere i nostri diritti, allora non ci sarà neanche più la speranza. Termine fuori moda, da queste parti. Se pensiamo a quanta acqua è andata sprecata in settimana a Colle Fiorito (si veda la foto) e se pensiamo allo "splendido" serbatoio idrico di Colle Largo – opera particolarmente brutta – mai terminato e mai utilizzato, c'è, in effetti, poco di cui essere speranzosi.

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