Guidonia. Cronaca di 10 ore di consiglio comunale: salgono Irpef e Tarsu, nessun taglio ai Servizi sociali

In Cronaca & Attualità, Politica, Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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Una seduta al posto di tre. Non è il remake dello spot del detersivo che andava tanto di moda qualche anno fa, ma è il riassunto di quanto accaduto al consiglio comunale di Guidonia. Il bilancio è stato discusso e approvato, tutto in una notte, in 10 ore che molto hanno detto sulle dinamiche della politica locale e su quello che deve aspettarsi la città. Ingresso alle 18 e 30, uscita alle 4 del mattino. Una maratona unica al posto delle tre sedute previste. Dieci ore per un consiglio: una grande classico a Guidonia, visto che tutti gli anni il bilancio termina più o meno con le luci dell’alba. Un bilancio particolare: il primo dopo la crisi e in piena spending review. Con l’aumento di addizionale Irpef (dallo 0,50 allo 0,80) e quello della Tarsu (15 %, una tassa che neanche dovrebbe essere pagata da cittadini che fanno la differenziata e affrontano da più di 20 anni lo scempio della discarica dell’Inviolata) e con l’Imu al 9 per 1000 su seconda casa e attività produttive si è riusciti a garantire, perlomeno,  il medesimo numero di servizi senza intaccare i servizi sociali. “Manteniamo gli 11 milioni di stanziamento del 2011 relativi alla spesa sociale, ciò significa che continueremo – dichiara il sindaco di Guidonia Montecelio Eligio Rubeis – a garantire servizi e assistenza alle fasce più deboli della popolazione e alle famiglie. Questo è anche un bilancio che guarda al futuro e agli investimenti strutturali: cinque milioni di euro contabilizzati nel documento di spesa per la realizzazione di impianti di cogenerazione a biomassa nelle strutture sportive, per dotare gli istituti scolastici di installazioni per l’utilizzo dell’energia solare, investimenti per l’incentivazione all’uso di mezzi di trasporto ecocompatibili. Un grande sforzo che guarda al futuro iniziando a disegnare la Guidonia che verrà, una scommessa della mia amministrazione, del capogruppo Pdl in consiglio comunale nonché consigliere provinciale Marco Bertucci”. Il bilancio è stato interamente costruito su questi tre aumenti, che garantiscono un gettito ulteriore, evidentemente, per le casse comunali. In caso di mancata approvazione – improbabile, visto che 60 emendamenti dell’opposizione su 87 sono stati respinti e neanche discussi, in quanto non avrebbero garantito l’equilibrio di bilancio: decisione contestata ferocemente da alcuni consiglieri – si sarebbe dovuto ricominciare da capo. Tempo ce ne sarebbe anche stato: il termine è il 31 agosto. Ma il fatto non si è verificato. Il bilancio è stato approvato, e le vacanze possono cominciare.

I preliminari.  Tutti i fronti si sono presentati a ranghi completi, sia la maggioranza che l’opposizione, con l’assenza di spicco di Domenico De Vincenzi. Non così per la giunta comunale, e questo è senza dubbio un dato da sottolineare. Presente naturalmente l’assessore Adriano Mazza, c’era il vicesindaco Cipriani, c’era l’assessore alla Cultura Andrea Di Palma, c’è stato per un po’ Enrico Scattone (assessore all’Ambiente) mentre Marco Berlettano ha fatto la spola, arrivando molto tardi e facendo avanti e indietro con Mirko Benetti. Gli assenti sono piuttosto rumorosi: non c’erano infatti Federico Pietropaoli, assessore ai Lavori Pubblici, Massimo Casavecchia, assessore all’Urbanistica che nell’ultimo consiglio comunale non ha offerto una grande prestazione, e Patrizia Salfa, assessore allle attività economiche e produttive. Rappresentanti di settori cruciali per ogni città, soprattutto per Guidonia, da sempre affezionata a palazzi, opere pubbliche e imprese più o meno grandi. Ne è venuto meno il senso di unità che dovrebbe avere una giunta, a maggior ragione quando si discute il bilancio che riguarda, oltre che la città, tutti i settori dell’amministrazione.

Preliminari completamente dedicati al caso della Tre Esse Italia, società che ha vinto il bando per la gestione dei tributi, settore da sempre delicato e da sempre preda di una notevole percentuale di evasione e di tasse non riscosse. Già all’ingresso si capiva l’aria che sarebbe tirata: alcuni fantocci messi dalla Destra di Alessandro Messa erano simbolo della protesta contro la decisione dell’amministrazione comunale (ricordiamo che la Tre Esse ha vinto il bando, non le è stato assegnato). A tutto questo faceva seguito il volantinaggio della Cgil, che presentava una “diffida per l’annullamento e/o revoca dell’affidamento in concessione del servizio di riscossione volontaria, di accertamento e riscossione coattiva dei tributi locali”, completo di parere negativo rispetto alla decisione sulla Tre Esse da parte del presidente dell’Anutel Francesco Tuccio.

Si parte. “Siamo a luglio – apre Di Silvio – già che ci siamo approviamo pure quello del 2013, così facciamo prima”. Dubbi sulla società sono stati avanzati anche da componenti della maggioranza, questo hanno fatto notare quelli dell’opposizione. “E ora stanno zitti. Perché adesso va bene?”: questa la frase pronunciata più di una volta. E’ il consiglio di Morelli, almeno per la prima parte. Il consigliere parla della sua lettera contro l’assegnazione del servizio alla Tre Esse, e annuncia che voterà contro i punti su Imu, Tarsu e Irpef, propedeutici all’assegnazione del bilancio. L’opposizione – come la volta precedente con il dirigente – chiede la presenza in aula dei revisori dei conti. Cerroni parla di una interrogazione (15 dicembre 2011) sulla Tre Esse per la quale non ha mai ricevuto risposta – “se era il consiglio comunale a dover scegliere, come si chiedeva nell’interrogazione – spiega Rita Salomone – tutti gli atti che sono seguiti sono nulli” – mentre Valeri “fa le carte” alla maggioranza. “L’affidamento di questo servizio alla Tre Esse poteva essere evitato: è una concessione che non fa gli interessi dell’ente, dell’amministrazione e dell’intera città. In questo modo mortifichiamo il personale e facciamo un assist enorme all’opposizione”. Bianco si dice sulla stessa lunghezza d’onda di Valeri e Morelli, Tortora dichiara che voterà il bilancio. Cosa che effettivamente hafatto, sia lui che Valeri. Non più di un mese fa i due dichiaravano che mai avrebbero votato il documento in caso di aumento delle tasse. Le tasse sono aumentate, e Tortora e Valeri il bilancio – salvo alcune astensioni su certi emendamenti – lo hanno votato. Eppure le tasse sono state davvero aumentate. Si è parlato anche di storie di eroi e di antieroi. Messa ha chiamato in causa lo sceriffo di Nottingham  – tutti ricorderanno il lupo nel cartone Robin Hood – riferendosi all’affare Tre Esse. Paragone simpatico, e che rappresenta bene l’idea – definirla non positiva è senza dubbio riduttivo – che l’opposizione – la Salomone si chiedeva dove fosse Ser Biss – ha dell’intera vicenda.

Più tasse per tutti. “Con la modifica dell’addizionale Irpef dallo 0,50 allo 0,80 – spiega l’assessore alle Finanze Adriano Mazza – abbiamo riallineato la riduzione dei trasferimenti statali e le risposte chieste dalla città. L’esenzione arriva fino ai redditi di 10 mila euro”. Qui riparte il nuovo tormentone estivo, quello sui revisori dei conti. L’opposizione ne chiede la presenza, il direttore generale Rosa Mariani specifica che “il collegio offre parere sul bilancio di previsione, su questi primi tre punti non è dovuto”, mentre il dirigente Gilberto Pucci ricorda che se questi primi 3 punti non verranno approvati, il bilancio non sarà più in equilibrio. Non manca il momento del litigio, stavolta tocca a Cacciamani e Lippiello, mentre Mazza prosegue la sua – buona – analisi parlando del futuro, e ammettendo come “nel prossimo bilancio non si potranno prevedere gli stessi servizi, ci saranno ancora più restrizioni”. Evviva, fiducia e speranza per l’anno che verrà. Bertucci si dichiara d’accordo sulla presenza dei revisori, non sulla presenza dei preliminari prima della discussione del bilancio. Per questo bacchetta i “suoi” consiglieri, rimproverandoli per gli interventi fatti. Lo scatenato Venturiello fa pubblica ammenda.

Continua anche la cattiva abitudine dei consiglieri di non leggere gli atti. “Non li ho letti, voglio il confronto”: questo dichiara Simone Guglielmo, come molti altri. Legittima come scelta politica, meno come scelta di “opportunità”: il bilancio, come è stato ripetuto nella discussione, è l’atto principale di una amministrazione. E, saremo inguaribili nostalgici, o bacchettoni, la politica si fa meglio, se si studia prima quello che si deve affrontare in aula. Se si sta lì per i cittadini che hanno votato, allora è una scelta corretta e coerente anche e soprattutto nei loro confronti. E’ il momento degli emendamenti: li presenta l’opposizione e li presenta Morelli (!). Cerroni fa notare come sia l’ordine del giorno ad essere sbagliato, visto che “i punti sono giusti, ma dovevano essere discussi una ventina di giorni fa”, suscitando la reazione piccata di Sassano che lo invita a farsi “una curetta di fosforo”. Buona la gestione dell’aula del presidente del consiglio, che è riuscito ad evitare, per la maggior parte delle volte, scontri che potevano essere più “cruenti” a livello dialettico. E’ il turno del sempre interessante Maurizio Massini, che apre affermando come, fino al quel momento, si sia parlato del nulla. Quanto è vero, aggiungiamo noi. Il consigliere propone di recuperare in qualche modo “500 – 600 mila euro per poter abbattere l’Imu per le attività produttive. Il bilancio è condizionato dal decreto Salva Italia”. Si parte con gli emendamenti, per i quali si astiene Sassano (“motivi di opportunità”, quali?), mentre la maggioranza vota no – con le dovute eccezioni di Morelli e talvolta Valeri – e naturalmente l’opposizione dice sì. Ma non basta: tutti gli emendamenti sono respinti, e il punto passa. L’addizionale Irpef tocca quota 0,80. Nella votazione del punto: 18 voti favorevoli e 10 contrari. Ci sono quelli di Morelli e Valeri.  Allo stesso modo si chiude il punto sulla Tarsu, particolarmente delicato in quanto, in un comune dove la differenziata va – dovrebbe andare – più o meno bene, dire alla gente che deve pagare qualcosa in più per la tassa sui rifiuti – che già non dovrebbe essere pagata, a maggior ragione in un posto violentato dall’Inviolata – è perlomeno complicato. Tuttavia anche questo punto viene approvato, così come le aliquote sull’Imu, che toccano il nove per mille su seconda casa e attività produttive. Cinque emendamenti proposti, nessuno approvato.

Tutto in una notte. A questo punto l’ordine del giorno, a rigor di logica – è l’una di notte – dovrebbe slittare al giorno dopo, il consiglio è già in programma. E invece no. Si procede. Mazza parte con la dettagliata relazione al bilancio, ma di fatto non lo sente nessuno. Più volte richiamato il numero legale, si sono viste divertente scene di consiglieri che correvano in sala per ricordare la loro presenza. Dopo un po’ neanche più quelle scene. Sala desolatamente vuota, consiglieri per buona parte fuori dall’aula – grandi risate di qualche consigliere mentre Mazza parlava, inconfondibile quella di Tortora – e un senso tangibile di occasione perduta. Se deve essere bilancio a tutti i costi, almeno venga proposto un quadro migliore della politica. Mazza leggeva da solo. Momento divertente quando Bertucci chiede l’attenzione dell’opposizione su quanto stava leggendo l’assessore. Nei banchi della maggioranza erano in 6.

Dibattito quindi che ha avuto senso fino all’una, diventando poi un trascinarsi fino alle quattro del mattino. Momento di impasse risolto dai due emendamenti accordati all’opposizione: l’uno relativo ai cinque mila euro per il progetto della banca del tempo, presentato per iniziativa dalla vice presidente della consulta delle Pari opportunità e consigliere comunale del Pd Rita Salomone, l’altro relativo all’acquisto di indumenti per la palestra di boxe di Villalba, avanzato da Alessandro Messa, consigliere de La Destra, venivano votati e approvati dalla sola maggioranza. Uscita l’opposizione si è arrivati all’approvazione lampo del bilancio, definita “una chiara risposta di solidità della mia maggioranza – afferma Eligio Rubeis – visto che 17 su 18 consiglieri hanno espresso parere favorevole al provvedimento ad esclusione di Alberto Morelli, di cui apprezzo comunque l’onestà morale e intellettuale. Sono certo che nei prossimi giorni avremo modo di chiarire le motivazioni politiche che lo hanno spinto ad abbandonare l’aula un attimo prima del voto senza apparenti, sostanziali motivi”. Di fatto, comunque, Morelli è fuori dalla maggioranza, se non nella forma certo nella sostanza. Occorre dire che l’opposizione ha dato buona prova di sé, consapevole degli emendamenti non accolti già prima del consiglio e soprattutto della costruzione del bilancio su certi schemi, che mai avrebbero portato a cambiamenti sostanziali sul documento. La maggioranza, per quanto unita, deve risolvere alcuni enigmi al suo interno: in primis il ruolo di Morelli e di altri consiglieri che non sembrano essere particolarmente in linea con le idee della maggioranza (Valeri e Tortora su tutti, ma anche Benetti e Bianco), capire le astensioni del presidente Sassano su alcuni punti e emendamenti e soprattutto valutare l’assenza di alcuni componenti della giunta, che ricordavamo sopra, poteri effettivamente forti dell’amministrazione, senza dubbio come peso nel bilancio e nelle programmazioni. Meno male che nessuno li ha cercati, avremmo avuto l’ennesimo tormentone di una caldissima estate politica in salsa tutta guidoniana.

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