Prostituzione, regolarizzavano “lucciole” come badanti: 3 denunciati

In Cronaca & Attualità da Roma Est Magazine Commenti

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In cambio di denaro e di prestazioni sessuali gratuite tre italiani avevano assicurato a cinque giovani prostitute romene la regolarizzazione in Italia. Attestavano con regolare contratto la loro assunzione come collaboratrici domestiche presso le proprie abitazioni. Questo consentiva alle giovani donne l’iscrizione anagrafica a Roma e il conseguente rilascio della carta d’identità. La truffa, apparentemente senza punti deboli, è stata scoperta dagli agenti del Gruppo Sicurezza Sociale e Urbana della Polizia di Roma Capitale. Durante i frequenti controlli per il contrasto della prostituzione sulla Salaria, gli agenti si sono accorti che i nomi delle colf erano ricorrenti sui verbali stilati per l’esercizio del meretricio. Il GSSU, diretto dal comandante Carlo Buttarelli, ha dunque avviato verifiche incrociate tra l’anagrafe, l’INPS e il Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica, arrivando a svelare l’identità dei tre falsi datori di lavoro. Le carte d’identità regolarmente rilasciate evitavano alle prostitute, ad ogni controllo, l’accompagno presso l’Ufficio Stranieri per l’identificazione. Una di loro, con questo espediente, aveva persino eluso il provvedimento di espulsione del Prefetto. Davanti all’evidenza delle prove raccolte dalla Polizia di Roma Capitale, le ragazze hanno ammesso di non svolgere alcuna attività di collaborazione domestica ma di battere il marciapiede, “lavoro” indubbiamente più redditizio del falso contratto a trecento euro al mese. La posizione dei tre italiani e delle giovani romene è ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria per l’accusa di falso ideologico in atto pubblico con l’aggravante di aver indotto in errore gli ufficiali di anagrafe del Comune di Roma.

 

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