Lo scambio, come prevedibile, è al vetriolo. “Di certo non prendo lezioni da chi ha iniziato a fare politica l’altro ieri”. Non usa giri di parole il portavoce dei circoli guidoniani di Fratelli d’Italia Mario Pozzi nella risposta ad Arianna Cacioni, consigliere comunale e capogruppo, che ha annunciato l’autosospensione dal partito proprio a seguito della nomina di Pozzi.
“Ci tengo a precisare comunque che il mio impegno per Guidonia e la sua comunità dura da più di un decennio e non è passato solo attraverso la militanza politica ma anche dal sindacato studentesco fino all’associazionismo”, spiega il portavoce.
Ed ecco il primo affondo. “Il lavoro sul territorio non si è mai fermato e per fortuna non c’è bisogno del giudizio del Consigliere Cacioni per smentire quanto detto. È doveroso ricordare, ai i dirigenti di partito, che presentarsi alle riunioni dove queste scelte vengono prese, e contribuire a cambiarle, ove non si è d’accordo, è un atto dovuto anche per i ruoli che si ricoprono”.
Pozzi risponde al consigliere rispetto a tutti i punti evidenziati solo pochi giorni fa. “Vorrei ricordare al consigliere Cacioni che quando parla di merito e di consenso il suo ruolo da consigliere comunale nasce proprio da scelte condivise nel partito e dal sostegno di un gruppo. Noi siamo abituati a riconoscere il valore elettorale di tutti e a ragionare sui risultati complessivi di un partito di cui mi pregio di essere tra i fondatori e che oggi è fondamentale per un centrodestra vincente”.
Nessun problema per il portavoce anche rispetto alla nomina. “Quelle dei coordinatori comunali spettano al segretario provinciale. Per la questione delle Politiche può chiedere conto al Senatore Marsilio che da coordinatore regionale si è preso l’onore di fare il quadro della Regione Lazio”.
Pozzi conclude dicendosi “stupito da questa amarezza che arriva dopo tanto tempo dalla mia nomina nonostante la prima persona avvisata, per correttezza di ruoli, è stata proprio lei. Una telefonata cordiale dove non traspariva assolutamente tutta questa indignazione”. Uno scambio ad alta tensione. Inevitabile ora l’attesa per le eventuali conseguenze, immediate e future.
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