Stavolta è la Procura della Repubblica di Tivoli il destinatario dell’esposto. Un anno fa il commissario prefettizio di Guidonia, la Asl, l’Arpa e i Carabinieri per la Tutela Ambientale. Non ha risposto nessuno: era il mese di luglio. Ora la questione viene messa a conoscenza dei magistrati di via Antonio Del Re.
“Odori nauseabondi che si diffondono nell’aria nelle prime ore del mattino, e in questi ultimi giorni anche la sera e durante la notte”: con queste parola una cittadina di Guidonia racconta nella lettera inviata alla Procura la vita a una passo dal centro di trasferenza dell’umido della ditta Eco Consul situato sulla via per Sant’Angelo Romano a poca distanza dalle abitazioni della zona. Un problema noto e ormai famoso quello degli odori dell’impianto, all’interno del quale ormai da mesi non arriva più la frazione umida del territorio di Guidonia ma solo di altri Comuni. Neanche tanti, in verità, ma la tipologia di rifiuto in questione, con le prime temperature calde, non può non emanare profumi decisamente poco piacevoli (per usare ovviamente un eufemismo) che vanno ad impattare sulla vita di tante famiglie che vivono nella zona.
Alla Procura la signora chiede di “disporre gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti esposti”, formulando con l’esposto “denuncia querela (…) nell’ipotesi in cui dagli accertamenti svolti dalle autorità competenti dovessero emergere fattispecie di reato per i quali la legge richiede la procedibilità a querela di parte”. Il documento è già stato spedito alla Procura della Repubblica di Tivoli. La gran quantità di gabbiani, noti amanti dei rifiuti, che vola in zona da mesi racconta molto meglio di noi l’impatto del problema sulla zona. Puzza che non può essere ignorata, a maggior ragione dopo le segnalazioni dei cittadini.
Come detto il Comune di Guidonia non scarica più l’umido nell’impianto. L’affidamento del servizio è stato oggetto di indagine negli scorsi mesi che ha poi portato a processo per abuso d’ufficio l’ex sindaco Eligio Rubeis e buona parte della giunta del suo primo mandato, dunque Andrea Di Palma (ex sindaco facente funzioni, ora a Rebibbia per l’Operazione Ragnatela), Marco Berlettano (ex assessore ai Servizi Sociali anche nel secondo mandato), Enrico Scattone, Massimo Casavecchia, Patrizia Salfa e Domenico Zulli. Con loro la dirigente al settore Ambiente dell’epoca, Gianna Recchia (assenti il giorno dell’approvazione della delibera di affidamento Adriano Mazza e Federico Pietropaoli).
Il servizio secondo la Procura della Repubblica di Tivoli venne assegnato in maniera diretta, con procedura negoziata ma senza pubblicazione di un bando di gara, con un prezzo maggiorato – 143 euro a tonnellata oltre l’Iva, contro i 120 euro a tonnellata previsti nella gara europea (condizioni contrattuali stabilite con determina dirigenziale 113 del 13/12/2011) per l’affidamento del servizio andata deserta, sempre nel 2012 – dando così seguito all’offerta presentata dalla ditta in data 12 aprile 2012: questo è quanto è stato addebitato a Rubeis, Scattone e Recchia.
Rispetto alla giunta i magistrati si soffermano sull’approvazione del centro di raccolta – delibera 221 del 26/09/202 – presentato dalla ditta, che ha portato, a detta del sostituto procuratore, all’autorizzazione a tempo indeterminato dell’affidamento diretto a Eco Consul, in assenza di gara pubblica e con l’impianto autorizzato, quello situato nella via per Sant’Angelo, che non era un centro comunale di raccolta ma un centro di gestione della tipologia di rifiuto in questione nella disponibilità della ditta. Il servizio si è svolto dal 2012 al 2016 in regime di proroga. La prossima udienza è in programma per il prossimo 6 dicembre.
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