Un imponente e inaspettato spiegamento di forze dell’ordine, tanto che qualcuno, scherzando ma non troppo, ha detto “Ma lo sgombero è oggi allora!”. Soprattutto, un passaggio continuo di gente che si ferma, firma e ci mette la faccia. “C’è chi non ne ha il coraggio – spiega il Presidente del Comitato Città Termale Maurizio Zaccagnino – ma va bene cosi: il nostro è un segnale, noi ci siamo”. Questa mattina si è svolta l’annunciato sit in in piazza Bartolomeo Della Queva per riportare sotto i riflettori la questione dell’ex polverificio Stacchini, campo nomadi in fase di dismissione ma soprattutto bomba ambientale che impatta sull’intero quartiere di Tivoli Terme, il tutto dopo la riunione di ieri del Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza, che ha dato disponibilità a risolvere in tempi rapidi la questione degli insediamenti abusivi, ma non ancora una data. “Fatto normale – prosegue il presidente, ma noi pensiamo e speriamo che la data degli interventi ci sia, e che sia entro un mese, un mese e mezzo: in caso contrario scenderemo di nuovo in piazza”. Intorno tanta gente a firmare e a “metterci la faccia”, con una foto con il cartello che è stato slogan di queste settimane – “Caro Prefetto, noi vogliamo respirare #Stacchinilibera” – e con una rabbia evidente di molti degli intervenuti (“Non siamo neanche padroni di aprire le finestre”). Rabbia che Zaccagnino definisce “esasperazione: il problema è il lato ambientale, visto che lo sgombero è andato avanti, grazie al lavoro eccezionale del volontariato e al piccolo supporto dell’amministrazione, ma la bonifica di fatto non è ma iniziata: la nostra paura è che, visto pure ciò che succede a Roma, a breve ci troviamo di nuovo come un anno fa. E senza la bonifica, il rischio di fumi e incendi è concreto ogni giorno di più”. Intorno foto e firme. Tutto in attesa di uno sgombero, o, forse meglio, tutto in attesa di tornare a respirare.
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