Violenze negli asili, la psicologa: “Supervisioni psicologiche continue per il personale”

In Cronaca & Attualità da Riceviamo e Pubblichiamo

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riceviamoepubblichiamoNegli  ultimi tempi la cronaca tristemente ci racconta, di eventi violenti all’interno di scuole per l’infanzia. Dalle grandi alle piccole città, di maestre giovani o meno, gli episodi aberranti di violenza nelle scuole materne sembrano non avere fine.

Questi eventi assurdi si stanno verificano proprio all’interno degli asili, quei luoghi che dovrebbero rappresentare un angolo di divertimento, di accoglienza, d’affetto e, soprattutto, di fiducia dove tante madri lasciano i propri figli, che si verificano tante, troppe vicende di abusi e di violenza, sia fisica che psicologica, verso i più deboli.
Innumerevoli ceffoni, calci, pizzicotti, spintoni, vere e proprie percosse, fino a gettarli di peso a terra come sacchi di spazzatura: ecco cosa erano costretti – e, forse, continuano ancora, chissà dove- a subire i nostri bambini, anche piccolissimi, di molti, troppi,  asili italiani.
Il motivo dei maltrattamenti attualmente non si conosce, sebbene sia impensabile che tali abusi possano avere una qualsiasi giustificazione: è certo, però, che queste donne che scelgono di fare di professione la maestra o decidono di aprire un asilo nido proprio, sono sempre meno spinte dall’amore verso i bambini e dal desiderio di starvi a contatto, e sempre più da motivazioni economiche. 

Ci si può, dunque, fidare di persone la cui unica aspirazione nel lavoro che svolgono è il guadagno, e che magari ora non tollerano più i bambini ed il loro fracasso più che naturale?
Ormai troppi di quelli che dovrebbero essere educatori o infermieri sono convinti di potersi approfittare dei piccoli, come in questo caso, o anche di persone anziane affidate alle “case di cura”, solo perché sono indifesi. 

Dalle “piccole” alle “grandi” vittime, l’orrore non conosce purtroppo limiti. Coloro che vengono scoperti, soprattutto grazie alle telecamere, dopo aver ascoltato la condanna, si scusano inutilmente, come se ciò bastasse a cancellare quei gesti che rimarranno impressi nella mente di chi ne è stato vittima per tutta la vita danneggiando, a volte irrimediabilmente, il loro modo di rapportarsi con gli altri. 

Ed è per questo che molti ritengono che gli arresti domiciliari non siano abbastanza per chi ha avuto il coraggio, o ha anche solo pensato, di commettere tali abomini.
Via via, si sono andati sempre più intensificando i controlli e le denunce ma, il moltiplicarsi di tali episodi, è la prova che questi interventi non bastano. Evidentemente già solo l’aver commesso tali azioni, non sembra sufficiente, a far si che altri evitino di commetterne altre.

Forse la pena per tali reati, alla fine,  non è tale da mettere paura??? Bisognerebbe attuare una campagna di sensibilizzazione maggiore in modo tale da prevenire che questi episodi si verifichino ancora e non solo prendere provvedimenti dopo che sono avvenuti. 

Al contempo le famiglie, i genitori,  dovrebbero controllare maggiormente l’ambiente in cui lasciano i propri figli e non fidarsi subito. 

Sarebbe estremamente necessario effettuare, per il personale docente delle scuole dell’infanzia, una supervisione continua dal punto di vista psicologica, per fare in modo che tali fatti non si ripetano più!

 

Scritto dalla Dott.ssa Veronica Turchetta

Psicologa Clinica di Monterotondo (RM)

tel. 3278259566

Mail: studiopsicologicoturchetta@gmail.com

sito: http://www.studiopsicologicoturchetta.blogspot.com/

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