Tivoli. L’utopia della nuova sede per il liceo classico “Amedeo di Savoia”: la rabbia del dirigente scolastico Roberto Borgia

In Cronaca & Attualità, Primo Piano, Scuola & Università da Yari Riccardi Commenti

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Dal 2000. Dodici anni. Tanti tagli del nastro di tante scuole: ampliamenti, nuove aule, nuove strutture. L’ultima inaugurazione in ordine di tempo che ha visto ancora una volta spettatore il Liceo Classico Amedeo di Savoia di Tivoli è quella avvenuta la scorsa settimana a Guidonia per l’ampliamento dell’Istituto Tecnico Alessandro Volta. Questa è stata la “botta” che ha fatto crollare le resistenze del dirigente scolastico del liceo di Tivoli Roberto Borgia. Ovviamente non c’è nulla contro la scuola di Guidonia. Solo molta stanchezza e molta rabbia nel vedere come le tante promesse fatte in 12 anni siano rimaste belle parole, pronunciate o scritte su un pezzo di carta. Una denuncia di abbandono, possiamo definirla così. Una denuncia indirizzata al sindaco di Tivoli Sandro Gallotti, all’assessore provinciale – ed ex sindaco – Marco Vincenzi, al presidente della Provincia Nicola Zingaretti e all’ All’Assessore alle Politiche della Scuola Paola Rita Stella. Andiamo con ordine, e partiamo, come detto, dal 2000, quando il progetto di costruzione della nuova sede dell’Amedeo di Savoia sembrava essere già stabilita, addirittura  “prima ancora che assumessi – spiega Borgia – la dirigenza di questo Istituto”. Era il 1 settembre di 12 anni fa.  

Per molti anni solo un gran silenzio da parte di chi avrebbe dovuto occuparsi della cosa. I fantomatici tempi tecnici, tanto cari alla politica e alla burocrazia. Nel 2008, mese di novembre, il dirigente chiede spiegazioni alla Provincia in merito all’enorme stand by della situazione. A rispondere è l’architetto di Palazzo Valentini Raffaella Petroselli. “Dopo aver elencato tutte le informazioni sull’iter della costruzione – prosegue Borgia – la lettera si chiude con questa frase: <<Si ritiene che il cantiere possa aprire nell’arco dell’anno 2009>>”. Sembra fatta. Arriva il 2009, e, fino a dicembre, di nuovo silenzio. Il sindaco di Tivoli è Giuseppe Baisi, il quale, ricorda il preside, il 21 dicembre dell’anno in questione “mi informava dell’approvazione in via definitiva della Variante al Piano Regolatore Generale per l’intervento di realizzazione delle attrezzature sportive e sistemazione a verde ad uso del Campus Scolastico di via Rivellese”. Variante decisiva, questo scriveva Baisi. “Una volta terminato il procedimento amministrativo  avrebbe preso il via l’intervento per la costruzione del nuovo edificio destinato ad ospitare la nostra scuola”. Questo veniva raccontato – siamo alla fine del 2009, di lì a pochi giorni sarebbe terminata l’era di Baisi sindaco di Tivoli – al preside, agli alunni, ai genitori e al personale dell’Amedeo di Savoia. Tempo di approvare una variante, e il cantiere sarebbe partito. Il tempo è concetto relativo, ma, se davvero il problema era una variante, il tempo è abbondantemente scaduto. Arriva Gallotti come primo cittadino, passano tre mesi circa. E’ il 23 marzo 2010. Con una lettera a Borgia il neo sindaco annunciava e prometteva “il massimo dell’attenzione”. Per il preside, l’ultima di tante promesse. Dopo due anni e qualche mese tanti ampliamenti per tante scuole. Nulla per l’Amedeo di Savoia. Se il tempo è davvero concetto relativo, dopo tutti questi mesi, ora è davvero il momento delle spiegazioni. Già dire: “Non se ne fa nulla” sarebbe un miglioramento. Una verità amara, ma sempre meglio di anni di tempo perso, per la scuola. E preso, dalle istituzioni, nell’attesa di tempi  – passateci le ripetizioni, sono volute – migliori. Che, evidentemente, ancora non arrivano.

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