Rifiuti. Il dopo Malagrotta nelle cave di Guidonia e Tivoli? L’incredibile ipotesi esce fuori in Commissione Ecomafie

In Ambiente & Territorio, Cronaca & Attualità, In Evidenza da Yari Riccardi Commenti

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Come nei film. Quelli brutti però. Trama scontata, interpreti poco brillanti, scenari cupi e degradati. Visti uno, visti tutti: così si dice in questi casi. Era abbastanza facile arrivare a pensare che la discarica che doveva andare a Riano, a Corcolle, a Fiumicino, a Pian dell’Olmo prima o poi sarebbe arrivata – almeno come proposta – tra Guidonia e Tivoli. Dentro le cave. Una ipotesi che Goffredo Sottile, commissario straordinario per l’emergenza rifiuti – in udienza alla Commissione Ecomafie – non sembra escludere completamente, come vorrebbe la logica. Il territorio qui ha già dato- "Su Tivoli e Guidonia non so nulla, faremo delle verifiche insieme al Noe e al Corpo Forestale dello Stato, ma ad occhio mi sembra una zona molto antropizzata". Ad occhio una zona antropizzata. Diciamo pure molto antropizzata. Posizionare un surrogato – termine riduttivo – della discarica di Malagrotta in una cava sembra essere perlomeno assurdo. Assurdità aggravata proprio dal mix di elementi a forte impatto ambientale che gravano nella zona in questione, elementi che non serve ricordare. Resta da capire come la sola idea di mettere una nuova discarica in un posto dove già ce ne è una. Provocazione? Fuga dalla realtà? Incapacità di comprendere le esigenze di un territorio che soffre già da anni? Probabilmente tutte e tre le cose. Una analisi condivisibile viene fatta dal Comitato Uniti contro le Discariche. Che non utilizza strumenti particolarmente tecnologici per far notare al commissario che la zona è effettivamente molto antropizzata. Basta Google Maps per vedere la vicinanza alle abitazioni, e soprattutto, la vicinanza con l’Inviolata.

Le Due Torri di rifiuti. Visto che la storia dell’immondizia nel Lazio è piena di Saruman e Sauron, il paragone regge. A questi caratteri si aggiunge una evidente disinformazione. Che purtroppo non è più una novità. “Nella zona delle cave si manifesta da anni un fenomeno di sprofondamento chiamato subsidenza che ha richiesto uno stato di emergenza attivo da anni con l’intervento della Protezione civile. Il fenomeno è ancora in corso e molti abitanti ancora non rientrano nelle loro abitazioni. La cave di travertino stanno scavando sotto il livello di falda dell’acqua termale e per continuare a lavorare pompano e gettano nell’Aniene circa 6.000 litri di acqua al secondo. A pochissima distanza dalle cave si trova lo stabilimento termale delle Acque Albule, uno dei più importanti d’Italia Nella stessa zona si trova l’ex polverificio Stacchini nel cui sottosuolo non si sa cosa potrebbe essere stato sepolto Nella stessa zona è presente il Sito di interesse comunitario IT 6030033 – Travertini Acque Albule (Bagni di Tivoli) zona di tutela decretata dalla Comunità europea”. Non proprio la zona più consona per metterci una discarica.”Invitiamo quindi il Commissario straordinario e tutti coloro che stanno cercando di risolvere il problema rifiuti della Capitale a reperire in via preliminare tutte le informazioni sui territori prima di allarmare le popolazioni che si rendono inevitabilmente conto della approssimazione e dell’incompetenza, con cui si procede e si continua a perdere tempo”. Ipotesi remota, quella di un sito post Malagrotta tra Guidonia e Tivoli. Spaventa comunque già il fatto che se ne parli. Resta inteso che sarebbe uno schiaffo intollerabile a un territorio che ha già dato, E che non si può continuare a “colpire” la stessa zona. Al Fosso di Helm la vittoria per gli uomini arrivo all’alba del quinto giorno. Non vorremmo davvero aspettare Gandalf e i Rohirrim per scappare definitivamente da una nuova ondata di rifiuti.

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