Tutto da rifare. Un rischio enorme – e molto concreto – quello che grava sul processo per i presunti abusi della scuola Olga rovere di Rignano Flaminio. E per un motivo meramente tecnico, che non entra in nessuno modo dei fatti del processo, che va avanti da anni e che ha visto alternarsi numerosi testimoni: la dottoressa Marzia Minutillo Turtur – uno dei compomenti del collegio giudicante – è stata collocata fuori ruolo per consentirle di partecipare come membro esaminatore al concorso in Magistratura. Rientrerà al Tribunale di Tivoli non prima di due anni. Gli effetti? Salterà il collegio composto con il presidente Mario Frigenti e Barbara Callari. Un processo che rischia tempi lunghissimi, e che vede come imputati – per reati gravissimi: violenza sessuale di gruppo, maltrattamenti, corruzione di minore, sequestro di persona, atti osceni, sottrazione di persona incapace, turpiloquio e atti contrari alla pubblica decenza – le maestre Marisa Pucci, Silvana Magalotti e Patrizia Del Meglio, l'autore tv Gianfranco Scancarello e la bidella Cristina Lunerti. Cosa succederà al processo? L’intero fascicolo dovrebbe passare al ruolo di un altro collegio, presieduto sempre da Mario Friggenti, ma con altri componenti a latere. La formazione di un nuovo collegio sembra improbabile possa avvenire in tempi brevi, e sembra escluso che le difese acconsentiranno di 'salvare' l'attività dibattimentale finora svolta. Sono stati fatti tentativi per salvare il salvabile: la richiesta di revoca del 'fuori ruolo' al giudice o l'invio di un nuovo magistrato. Anche in questo caso, però, non ci si aspettano particolari colpi di scena. Per la parte civile il 'blocco' del processo "é superabile attraverso un atteggiamento positivo di tutte le parti coinvolte", dicono gli avvocati Franco Merlino e Antonio Cardamone, con l'auspicio che "siano trovate misure idonee a consentire al processo di terminare il più presto possibile, nell'interesse di tutte le persone coinvolte". Francesca Coppi, avvocato della difesa, ha evidenziato come "in linea di principio, processi così delicati che ruotano intorno alla credibilità delle parti offese, è auspicabile siano seguiti interamente dagli stessi giudici. Siamo i primi a sostenere la celerità di questo processo, ma quando devono essere sentite persone che raccontano fatti così gravi, non si può accettare che un giudice nuovo valuti ciò che è stato fatto senza aver sentito di persona i testimoni". Niente di buono dunque per la parti coinvolte: per i bambini e i genitori del 19 bambini costituiti parte civile e per gli imputati. Si sperava in tempi brevi, non è proprio quella l’aria. Non usa mezzi termini una delle mamme, dichiarando che ''dopo i bambini si violenta la giustizia. Ai nostri figli – aggiunge la donna – viene negata la giustizia. E' la seconda violenza che subiscono pur avendo tra i 10 e gli 11 anni d'età”. Una mamma che sottolinea come la sospensione sia un fatto grave anche verso gli imputati, in quanto ''noi abbiamo la certezza che i bambini hanno subito violenze e che hanno molto sofferto. Ad accertare chi ha inferto loro le sofferenze deve però essere la giustizia. Hanno quindi il diritto di essere processati''. Anche gli imputati fanno sentire la loro voce, chiedendo un giudizio a stretto giro di posta, per porre fine a questa tortura. A parlare sono i familiari di Silvana Magalotti: “la gente del posto, che ci conosce e ci stima – aggiungono – ci ha assolto fin dal primo momento, anzi non ha mai creduto alle accuse, e che questo ha aiutato le maestre a ritrovare un po' di serenità, ma e' indispensabile che sia la giustizia a mettere la parola fine a questa storia e che lo faccia al più presto”. Una eventualità, quella della sospensione del processo che i familiari di Marisa Pucci definiscono tortura, “ricominciare il processo, gli interrogatori dei testimoni, dei periti, la pressione mediatica. In un paese civile non si può sospendere un processo di questa importanza perchè uno dei magistrati ottiene un altro incarico, per di più provvisorio''. In effetti, mai come in questi casi, ci vorrebbero tempi brevi: terribile quanto stanno passando le famiglie e i bambini, infamante l’accusa che grava sugli imputati. Pensare che il processo possa ricominciare è davvero un incubo, in una storia che di incubi ne ha regalati a iosa.
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