Il governatore del Lazio, Renata Polverini prima firmataria, poi il suo vice Luciano Ciocchetti, l'assessore regionale alla casa Teodoro Buontempo e ancora gli assessori Mariella Zezza, Marco Mattei e tutti i componenti della giunta regionale. Alle 15 dio ieri in punto Polverini ha letto il testo d"ella petizione e subito dopo è cominciata la sequela delle firme contro la richiesta di spostare al nord quattro ministeri. A raggiungere la giunta regionale anche il primo cittadino della Capitale Gianni Alemanno che ha sottoscritto la petizione, subito dopo è stato il turno del leader de La Destra, Francesco Storace. Dopo le firme di Alemanno, Polverini, Storace è stata la volta dei parlamentari Marco Marsilio e Barbara Saltamartini seguiti da Alessandro Cochi, Domenico Naccari. "Da questo momento in poi tutte le associazioni possono attivarsi nella raccolta firme" ha detto Polverini. In piazza è stato annunciato anche l'imminente arrivo di Pier Ferdinando Casini. "Siamo eletti dal popolo. Quello che mi riguarda è fare questa iniziativa democratica. E' quanto mai necessario ribadire l'Unità del Paese. Mentre arrivavo qui sono stata più volte fermata da persone che mi hanno detto di difendere i ministeri", detto Polverini subito dopo aver firmato la petizione popolare contro lo spostamento di 4 ministeri richiesto dalla Lega Nord. "La Lega – ha proseguito Polverini – si è espressa con uno strumento di democrazia che utilizziamo anche noi". "La raccolta di firme e la petizione sono di grande importanza perchè danno valore popolare a questa vicenda che è una vicenda di palazzo. Non è una risposta solo dei romani ma di tutta Italia", ha dettoAlemanno subito dopo aver firmato la petizione popolare. "Aggiungo che in un momento di costi e di tagli come questo – ha proseguito Alemanno – lo spostamento costerebbe centinaia di migliaiaia di euro all'anno. Questa è una proposta che dobbiamo rispedire al mittente". Alemanno ha poi concluso: "Domani ci sarà un ordine del giorno contro lo spostamento dei ministeri. I ministri e i ministeri devono rimanere a Roma".
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