Premiare un articolo scientifico per celebrare la ricerca in ambito aeronautico. Il volo e l’uomo. Mondi paralleli che si sono prima sfiorati, poi toccati, poi abbracciati. Uno dei momenti massimi della ricerca è stato senz’altro quello tra il 1935 e il 1943. Grazie ai Guidoniani. E proprio a loro è dedicata l’iniziativa dell’Aimas, Associazione di Medicina Aeronautica e Spaziale, rivolta ai giovani ricercatori. “I guidoniani hanno rappresentato il momento forse più fecondo – racconta il professor Felice Strollo, vicepresidente dell’Associazione – della ricerca aeronautica italiana Erano giovani come i giovani ricercatori a cui noi oggi ci rivolgiamo e rappresentano le nostre radici più vere. Erano menti brillanti, animate da un grande spirito di corpo e da un grande spirito di sacrificio, ingegneri, medici, psicologi, che lavoravano in simbiosi, come scriveva Lomonaco, e l’obiettivo di uno era l’obiettivo di tutti”. L’incontro con il professore è occasione per fare un salto nella storia di quegli anni, che va dal primato di quota di Pezzi, ancora imbattuto, una vera sfida alla fisiologia della respirazione e della termoregolazione, alle “crociere aeree di massa, i raid dei sorci verdi, il record di distanza in volo rettilineo di Ferrarin e Del Prete, decollati dalla pista inclinata di Montecelio. Tutto a Guidonia. Dove nella galleria ultrasonora fu messa in evidenza la possibilità del volo supersonico, e dove
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