Guidonia. Pintus, Gambescia e Snoriguzzi spiegano i quesiti del referendum

In Ambiente & Territorio, Cronaca & Attualità, In Evidenza, Politica da Yari Riccardi Commenti

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Un dibattito per convincersi e convincere. Questo l’obiettivo dell’incontro che si è tenuto ieri nella sala consiliare di via Baden Powell. L’oggetto il referendum di domenica e lunedì, crocevia per la coscienza civica degli italiani: basti solo pensare a quanto tempo sia passato dal raggiungimento del quorum in una consultazione popolare di questo tipo. L’incontro è stato organizzato dal Primo Circolo del Partito Democratico di Guidonia: nella sala, circa 45 persone, mentre al tavolo di presidenza sedevano Massimo Pintus (ecologisti del PD), Paolo Gambescia e Mauro Snoriguzzi, membro del circolo Legambiente di Guidonia. Il primo ha parlato del tema del nucleare, Gambescia – già direttore dell’Unità e del Messaggero – si è soffermato sul legittimo impedimento, mentre l’ultimo ha spiegato i due quesiti sull’acqua, probabilmente quelli più delicati e per questo più importanti. “Siamo solo al primo tempo – ha spiegato Snoriguzzi – di una partita importante: i problemi non solo i costi, ma anche gli sprechi. Dovremmo pensare all’acqua come bene comune, e non pubblica. Andranno predisposti sistemi coerenti ed economici di gestione”. Presenti tre consiglieri del PD: Simone Guglielmo, Angelo Ciccotti, Alessandro De Angelis. Particolarmente soddisfatto il capogruppo del partito, che sottolinea “una ottima presenza dei partecipanti, ancora più importante se pensiamo ai mezzi a disposizione del nostro primo circolo. Ho trovato intensa la presentazione dei 4 quesiti referendari: se dovessi assegnare una scala di valori a questi, metterei al primo posto il tema dell’acqua, poi il legittimo impedimento, infine il nucleare”. Guglielmo si dice certo del raggiungimento del quorum “alla luce delle continue grida di cambiamento che arrivano dai cittadini italiani, una voglia che continua ad essere manifestata”. Vedremo quello che succederà domenica e lunedì. Quello che è certo, almeno secondo noi, è che questo tipo di manifestazione va fatto in piazza, in mezzo alla gente: quello sarebbe il modo ottimale per convincersi e convincere. Chiudersi tra 4 mura per parlare di temi così importanti è riduttivo, e spesso fine a se stesso.

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