Tivoli / La Crew della 1919 dopo la retrocessione: “Meritiamo chiarezza e rispetto”

In Sport da Yari Riccardi Commenti

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La retrocessione è ancora troppo vicina per non bruciare. “Ci siamo presi qualche giorno per pensare”. Inizia così la lettera della Tivoli 1919 Crew, un accorato atto d’amore e di rabbia alla fine di una stagione che visto trasformare i “vecchi sogni” in incubi. “Non pensiamo che la Tivoli sia una squadra sfortunata, siamo semplicemente sicuri che chi ruota ed ha ruotato intorno alla Tivoli non agisca per amore di quei due storici colori. Possiamo parlare per ore ed ore del lato tecnico sparando a zero su chi ha indossato quella maglia, ma servirebbe a niente, anche perché, come ben sapete, ce ne frega ben poco. Una retrocessione combattuta fino all’ultimo minuto dell’ultima partita senza mollare un centimetro e a testa alta è pur sempre una retrocessione dignitosa”. Non c’è paura nei tifosi. La parola usata è fallimento, quello di “un progetto di rinascita nato con i più umili intenti che invece sta morendo per colpa della cara e vecchia avidità, che ancora una volta accompagna le compagini societarie tiburtine e distrugge sogni e passioni di un intero popolo. Non stiamo qui ad elencare i nostri dissensi espressi prima e durante la stagione nei confronti delle scelte fatte da questa società perché altrimenti saremmo ridondanti. Chi ci ha seguito negli anni e durante la stagione sa che amiamo quei colori sicuramente di più delle nostre donne, e sa che le battaglie che abbiamo promosso hanno avuto un fine dedito solo ed esclusivamente al bene della nostra cara vecchia Tivoli Calcio 1919”. Verso la fine arriva l’affondo. “Basti dire che quando le cose andavano bene sono saliti tutti sul carro dei vincitori, acclamandoci come colonna portante della compagine. Quest’anno, invece, per ovvi motivi noti a tutti , siamo stati etichettati come uno dei mali principali di questa maledetta stagione. Il tutto senza una spiegazione, senza un motivo. Abbiamo visto una società sparire lentamente. Dove sarebbe stato opportuno mettere la faccia si è preferito rimanere in silenzio, lasciando squadra e tifosi in balia di se stessi, mentre qualunque rivale veniva a Tivoli a farla da padrone. Lasciamo ai posteri l’ardua sentenza, certi di essere sempre e comunque 1919 passi avanti a loro”. Con l’avvicinarsi del centenario la richiesta della Crew è inequivocabile. “Vogliamo capire cosa aspetta alla nostra Tivoli, tra due anni cento anni di vittorie e sconfitte. Sconfitte dalle quali ci siamo sempre rialzati. Eravamo il fiore all’occhiello del calcio giovanile regionale. Oggi a malapena abbiamo una juniores, alla quale vanno i nostri complimenti perché comunque hanno portato in alto il nome di Tivoli. Vogliamo quindi capire che intenzioni hanno i vertici societari. Perché Tivoli è tanto grande quanto piccola e tante voci si susseguono. Abbiamo la presunzione di vederci come la vera anima di questa squadra. E pertanto meritiamo rispetto e chiarezza”.

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