La città oggi si è risvegliata sconvolta. Perché in molti hanno difficoltà a credere ancora a quanto successo nella sera di giovedì 11 maggio, quando il noto e stimato imprenditore Giuseppe Turturo si è sparato un colpo alla testa nella sua abitazione. Le sue condizioni si sono rivelate immediatamente gravissime: la corsa verso il Pronto Soccorso dell’ospedale di Tivoli non è servita a nulla. Il cuore di Turturo si è fermato intorno alle ore 22.
Vicenda dolorosa e terribile, che priva Guidonia di uno dei suoi imprenditori più apprezzati: Turturo lavorava nel settore commerciale. In città ha portato il marchio Standa, operazione di assoluto prestigio e importanza che conferma le capacità professionali dell’uomo. Abbiamo deciso di raccontare la figura di Giuseppe attraverso tre testimonianze, che ne evidenziano il lato umano. Quello spesso conosciuto da pochi. Quello che vale sempre la pena raccontare.
“Imprenditore corretto e rispettoso”. Amicizia di vecchia data quella tra Turturo e il dottor Giuseppe Muratore, oggi responsabile ASL per la UOSP del Centro Agroalimentare. “Ci siamo conosciuti da piccoli, mio padre era amico del suo. Ci ha sempre contraddistinto un rapporto di amici, nel pieno rispetto dei ruoli”. Un’amicizia cinquantennale, nata dall’infanzia e cresciuta nel tempo. Muratore definisce Turturo “imprenditore corretto e sempre rispettoso delle prescrizioni delle autorità relative al suo lavoro”. Non mancano i ricordi. “Siamo stati insieme in tante occasioni, cerimonie, compleanni, il matrimonio della figlia. Ricordo la sua commozione quella volta che siamo andati a trovarlo con mio padre in ospedale. Quello di ieri è stato un fulmine a ciel sereno, non avrei mai pensato ad un epilogo così”.
“Umile nella sua generosità: impossibile parlare male di Pino”. Commosso il ricordo di Mariano Buttari, presidente della Pubblica Assistenza Croce Blu di Guidonia. “Parlo di Pino oggi perché ho già sentito in giro sciocche voci da persone che evidentemente non lo conoscevano. Perché di Turturo era ed è davvero impossibile parlar male”. Rapporto che affonda le radici nel passato quello tra i due, sul quale Buttari racconta un aneddoto davvero significativo. “Venti anni fa chiesi a Pino un contributo per comprare una ambulanza per l’associazione. Lui mi diede subito ampia disponibilità, donando una percentuale della spesa effettuata dai nostri soci nel suo supermercato. In cambio avremmo messo il suo nome sulla fiancata del mezzo: non ha voluto neanche sentir parlare di pubblicità, ci ha donato il suo contributo rifiutando qualsiasi tipo di menzione. Una persona umile nella sua generosità, che va ricordata anche per il suo esempio imprenditoriale, quello di aver dato lavoro a tante persone di Guidonia”.
“Eri un buono, lo sei sempre rimasto”. Si rivolge direttamente a Giuseppe Turturo l’amico Alfredo Stazi. Una lettera scritta con il cuore e con le lacrime, che racconta un ulteriore lato intimo dell’uomo. La pubblichiamo integralmente:
“…Pino, che è successo? Tu che eri sempre pronto a dare consigli a tutti, questa volta non l’hai dato a te. Perché ti sei arreso alla battaglia della vita?
Mi vengono in mente i tempi in cui giocavamo da ragazzini, per intenderci i tempi in cui tuo padre, Sor Vincenzo ci portava a scuola con la 500 Giardinetta. Di te non mi ricordo mai una discussione o una lite con nessuno. Eri un buono, lo sei sempre rimasto. Sicuramente mancherai ai tuoi cari e agli amici, ma forse questa è la sorte dei buoni. Ciao Pino, Alfredino…”
L’ultimo saluto. Sarà certamente gremita la chiesa di Santa Maria di Loreto per l’ultimo saluto a Giuseppe Turturo. I funerali avranno inizio alle ore 15 di sabato 13 maggio. L’emozione con la quale ancora oggi l’intera città sta vivendo la tragedia porterà a un abbraccio stretto e forte a Pino, alla sua famiglia, al ricordo e all’esempio che l’uomo ha lasciato. Lo confermano le testimonianze di chi lo conosceva bene, lo certifica la commozione impossibile da contenere negli occhi e nei cuori di tutti.
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