La data è quella del 7 aprile, ma la notizia arriva solo il 28 aprile. E’ di nuovo sotto sequestro l’impianto Tmb all’Inviolata, un sequestro preventivo disposto dal Gip del Tribunale di Tivoli e operato dal Corpo Forestale dello Stato, che rende operativa l’ultima ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione che ha annullato la sentenza del Tribunale del Riesame del mese di settembre 2014, che aveva disposto il dissequestro dopo i primi sigilli nel luglio dello stesso anno, arrivati per la mancanza del parere paesaggistico, obbligatorio e vincolante. La Cassazione ha di fatto confermato i motivi del primo sequestro, per una decisione che dà ragione alla Procura della Repubblica di Tivoli che aveva già sottoposto a sequestro l’impianto Tmb, di proprietà di Ambiente Guidonia srl appartenente alla galassia Cerroni, il 30 luglio 2014, a distanza di un anno dall’esposto presentato da associazioni e comitati locali. Lo scorso dicembre il collaudo della struttura, che la Regione ha permesso nonostante le palesi illegittimità, le indagini in corso da parte di due Procure della Repubblica e l’opposizione del MIBACT e delle associazioni locali: di marzo la decisione della Conferenza dei Servizi sull’Aia per l’impianto di coinvolgere il Consiglio dei Ministri, chiamato a dipanare l’intricata matassa, ma soprattutto la nuova manovra vincolistica avviata e firmata dalla Soprintendenza Paesaggistica, che coinvolge appieno anche l’area della discarica e del TMB, una apposizione per dichiarazione di notevole interesse pubblico. Venti anni fa l’istituzione del Parco Regionale dell’Inviolata, oggi una sentenza che rimette tutto in discussione, il tutto in attesa anche dell’esito della decisione del Tar sui vari ricorsi depositati riguardo il Tmb.
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