TivoliNet: “Assurdo che due siti Unesco, Villa Adriana e Villa d’Este, siano senza punti ristoro. Solidarietà per i lavoratori”.

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Senza punti di ristoro, alla faccia dell’accoglienza “made in Italy”, i due siti Unesco di Tivoli offrono ai turisti distributori automatici. “Continua a destare stupore e sconcerto lo stato degli ex punti di ristoro di Villa d’Este e Villa Adriana – ha commentato il coordinatore di TivoliNet, Augusto Masotti –. I due più importanti siti turistici tiburtini, il primo undicesimo nella classifica italiana dei siti più visitati ed il secondo ventitreesimo, sono senza ristorante e bar da mesi. Stando a quanto riferito dai sindacati, nella villa del Cardinale Ippolito d’Este i ristori hanno chiuso il primo dicembre 2012 mentre nella villa dell’imperatore Adriano addirittura dal 2011. La protesta degli ex lavoratori, con cui abbiamo parlato, speriamo che possa servire ad accendere i riflettori su questa vicenda che ha dell’incredibile”.

“Tanto per i lavoratori delle due strutture, che si ritrovano senza lavoro in tempi difficili come questi, quanto per l’accoglienza che Tivoli riserva ai suoi turisti – continua il coordinatore dell’associazione di imprenditori e professionisti TivoliNet –, questa situazione è inammissibile. Come hanno spiegato i sindacati, la gara per l’appalto del servizio è gestita dal Ministero dei Beni Culturali ma risulta bloccata da tempo. Questo è un fatto gravissimo. Tamponare con i distributori automatici, poi, non è di certo una soluzione che possa andare bene nel lungo periodo”.

“In tempi di crisi come questa – conclude Masotti – il turismo è la prima ancora di salvezza che abbiamo a disposizione, tanto a livello locale quanto nazionale. Una situazione come quella che stanno vivendo le due ville è inaccettabile. Tivoli, e l’Italia tutta, stanno facendo una pessima figura nei confronti delle migliaia di turisti provenienti da tutti i paesi del mondo che, quotidianamente, vengono a visitare Villa d’Este e Villa Adriana. Ci deve essere uno sforzo corale di tutte le amministrazioni, da quella comunale al Ministero dei Beni Culturali, passando per la Regione Lazio e per la Direzione Regionale dei Beni Culturali del Lazio, per risolvere quanto prima questo problema. Sia nel rispetto dei lavoratori interessati, e delle loro famiglie, che per l’immagine dell’Italia e di Tivoli”.

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