Paesaggio desolato e sole caldissimo hanno fatto da cornice alla manifestazione che ha visto coinvolti la lista civica Il Faro e numerose associazioni del territorio, daLegambiente al Comitato Cittadini Marco Simone per arrivareal gruppo scout del Guidonia 1, e il Movimento 5 Stelle (tutti e due quelli esistenti a Guidonia). Circa 150 persone – la maggior parte legata ai movimenti presenti sul posto – hanno invaso via della Selciatella per dire no all’asfalto su via della Selciatella, che sorge sull’antico asse viario della Cornicolana strada d’epoca romana, che potrebbe diventare, secondo i manifestanti “tratto di unione tra discarica e il futuri TMB e inceneritori alle Cementerie”. Salute, ambiente, scenari futuri. Questo hanno tentato di descrivere i vari interventi che si sono alternati sul palco della manifestazione. Il corteo si è chiuso davanti ai cancelli della Buzzi. Una riflessione sulla scarsa partecipazione: l’evento è stato promosso in tutte le salse, ma la partecipazione, anche come colpo d’occhio, è stata deludente. Caldo, scarso interesse della gente, o una modalità che rischia di diventare fine a se stessa?
Le motivazioni. “Lo stallo della politica sui rifiuti – ci spiega uno dei manifestanti – lascia immaginare scenari preoccupanti: non dobbiamo dimenticare che le AIA possono essere adeguate d’ufficio, dopo l’entrata in vigore del Decreto Clini che disciplina la cessazione della qualifica di rifiuto di determinate tipologie di combustibili solidi secondari (CSS). Di fatto il decreto istituzionalizza la trasformazione dei cementifici in inceneritori rendendo “normale” smaltire i rifiuti (CSS prodotto da appositi impianti di trattamento meccanico-biologico dei rifiuti solidi urbani) nei forni dei cementifici. Questo decreto è entrato in vigore nonostante il parere negativo della VIII commissione Ambiente della camera e palesemente contro la raccomandazioni del Parlamento Europeo del 24 maggio 2012 sulla progressiva abolizione dell’incenerimento di rifiuti compattabili e riciclabili. Questo atto di arroganza perpetrato da un ministro alla fine del suo mandato ed in periodo di fine legislatura, ci porta a reagire avverso tale sfavorevole congiuntura tra scelte normative ed interessi economici collegati ai cementifici ed alla gestione del ciclo dei rifiuti . A Guidonia i presupposti per la realizzazione di questi scenari sembrano esserci tutti e quest’ultimo tassello – rappresentato dalla realizzazione di un collegamento tra la Discarica dell’ Inviolata, l’Impianto di TMB autorizzato (per il quale pende ricorso al TAR promosso dalle associazioni ambientaliste del territorio) ed il Cementificio – ci fa temere il peggio”. A questo quadro va aggiunta la presenza di un protocollo d’intesa tra la Buzzi e l’amministrazione comunale di Guidonia, che vieta allo stabilimento l’utilizzo di CDR. Una eventualità che la Buzzi non ha mai escluso,.visto che nel 2010 una richiesta di bruciare CSS da parte dell’azienda piemontese è stata bloccata. Tuttavia siamo ancora nel campo delle ipotesi. La manifestazione, di fatto, è una manifestazione preventiva, almeno per il momento. “Nelle norme – spiega Lorenzo Parlati, presidente Legambiente Lazio – c’è già scritto: non solo nel decreto Clini, ma anche nell’ordinanza del commissario per i rifiuti nella regione Lazio. In caso di emergenza i cementifici possono fungere da inceneritori. E nn capiamo le motivazioni di questa possibilità concessa. Nel Lazio ci sono 6 linee di incenerimento in funzione, a che cosa serve?”. Parlati racconta anche che Legambiente sarebbe anche favorevole all’incenerimento dei rifiuti nei cementifici, ma solo in impianto ambientalizzati. “E – chiude – non è il caso di questo di Guidonia”.
“Un percorso condiviso”. Questo è quello che auspica l’assessore all’Ambiente Andrea Di Palma per venire a capo di queste tematiche.”Condividiamo un percorso e facciamo convergere le differenze, magari una soluzione c’è, io sto in politica proprio per cercarle, e i miei interessi sono e saranno sempre quelli della città”. Di fatto è una mano tesa verso le associazioni, alla ricerca di un dialogo che per Di Palma “è fondamentale. La strada sulla quale stiamo camminando ora non porta da nessuna parte. Dialogo, confronto, concertazione: così nascono le idee e così maturano, così diventano sostenibili e utili per tutti. Protestare tanto per farlo, e il rischio talvolta c’è, non serve proprio a nessuno. Proviamo invece a confrontarci, davvero e senza pregiudizi. Le bandiere su questi temi, quelle sì, che non fanno l’interesse di nessuno”. Per dare qualche numero su alcuni temi specifici del settore Ambiente, Di Palma specifica che la differenziata, nel mese di febbraio, ha raggiunto il 61,72 %, e “gli sforamenti di PM10 sono sempre abbondantemente sotto la norma. Rispetto agli scorsi anni passi in avanti ne stiamo facendo. E, con un percorso condiviso, riusciremo a farne altri”.
Un po’ più al Nord…Ci fa sentire tremendamente arretrati, e forse non è neanche solo un impressione. Norvegia e Svezia chiedono rifiuti in giro per l’Europa. Perché lassù, che le cose le sanno fare per bene, i rifiuti sono davvero risorsa nel senso vero del termine. Già, perché lassù l’immondizia viene usata per alimentare termovalorizzatori che danno energia elettrica, diventano riscaldamento per le case. Studi svedesi raccontano che i termovalorizzatori permettono alla Svezia di risparmiare 1,1 milioni di barili di petrolio all’anno rendendo la termovalorizzazione una tra le tecniche per abbattere i gas serra. E noi qui – e parliamo di Italia, di cui Guidonia è perfetto specchio – ancora parliamo di emergenze, rifiuti in strada, incenerimento, discariche e tutti gli annessi e connessi. “Mandateci i vostri rifiuti”, gridano dal Nord Europa. Andiamo pure noi, insieme alla nostra mondezza. Non sia mai che torniamo un po’ più saggi.
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