ColtiviAmolavita. E’ l’evocativo nome del progetto che sta portando avanti l’Associazione Tiburtina delle Persone con Disabilità,un progetto di vita che passa attraverso la realizzazione di una fattoria sociale come risposta concreta alle diverse forme di domanda di bisogni e aspettative. “Percorsi di integrazione – ha spiegato Orsola Salvati, presidentessa dell’associazione – e di inclusione sociale, di autorealizzazione e autonomia”. L’associazione, formata dalle famiglie tiburtine, mamme, papà, figli: persone che presentano una qualsiasi disabilità. E decidono, insieme, di affrontarla con coraggio e grinta. Emozioni che spiccavano negli occhi dei ragazzi, di tutti i presenti in sala, e di Orsola, in particolare, trascinante nel suo intervento. Un intervento all’interno del convegno di presentazione del progetto organizzato dall’associazione, alle Scuderie Estensi nella mattina di mercoledì. Sala piena in ogni ordine di posto e interventi qualificati. Presenti al tavolo l’assessore ai Servizi Sociali del comune di Tivoli Alessandra Fidanza, l’architetto Ercole Lupi, Tiziana Biolghini – responsabile ufficio delle politiche dell’handicap della Provincia di Roma – e Piergiorgio Agneletti, di una associazione sportiva tiburtina. Da segnalare la presenza di Don Franco Monterubbianesi, fondatore della Fattoria Sociale di Capodarco, modello da seguire per il progetto dell’associazione di Tivoli. In platea, tra gli altri, il Vescovo di Tivoli Mauro Parmeggiani e il consigliere regionale Giovanni Colagrossi.
Una mattina che è di certo servita per sensibilizzare i presenti sul tema della disabilità. Che colpisce, addolora, e commuove quando racconta storie belle. Come quella di Davide, ragazzo sulla sedia a rotelle che ha realizzato il logo dell’associazione. C’era lui a testimoniare, con la sua felicità e il suo sorriso, che si può fare. “Con l’impegno solidale di tutti”, chiude Orsola. E se le basi sono quelle ottime viste stamattina, c’è molto di cui essere fiduciosi.
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