Venerdì 18 maggio (ore 18) presso il museo civico «Umberto Mastroianni» l'associazione «Nuovi Castelli Romani» presenterà il testo poetico di Franco Campegiani «Ver Sacrum» (Tracce edizioni).
L’evento, patrocinato dal Comune di Marino, assessorato alla Cultura, vedrà la presenza del sindaco di Marino, Adriano Palozzi, di Grottaferrata Gabriele Mori e Nemi Alberto Bertucci che apriranno i lavori ai quali prenderanno parte come relatori i due critici letterari Aldo Onorati e Ninnj di Stefano Busà.
«Le opere di Franco Campegiani, cittadino marinese profondamente legato alla sua terra natia – dice il sindaco Adriano Palozzi – testimoniano le grandi conoscenze di quello che considero uno dei più significativi scrittori contemporanei. La nostra città è lieta di ospitare la presentazione del suo nuovo testo poetico, la raccolta di versi di un uomo che non finirò mai di ringraziare per essersi continuamente identificato nel mondo in nome della sua Città. Accogliamo con gioia il suo pensiero ascoltando le sue perle di saggezza che, nel grigiore dei nostri tempi, rappresentano momenti di esaltazione culturale tipici del suo pensiero filosofico e del suo sapere. Un grazie speciale lo rivolgo anche all’amico Ettore Pompili e alla sua associazione attraverso la quale è possibile dar voce a questi grandi personaggi del suo calibro».
«Siamo orgogliosi – ha dichiarato il Presidente di NCR Ettore Pompili – di aver realizzato questo Evento a Marino per presentare l'ultima opera del nostro caro amico Franco Campegiani, apprezzato poeta e illustre cittadino dei Castelli Romani. Ringrazio i Sindaci Palozzi, Mori e il neo eletto Bertucci che saranno presenti all'iniziativa».
Scrive Aldo Onorati in sede di postfazione al testo: «Se poniamo l’attenzione al centro focale dell’ispirazione di Campegiani, ritroviamo tutti i motivi di feconda presa di coscienza delle vitali contraddizioni dell’essere… Infatti, Caino e Abele (prima che il bene e il male sorgessero) si innestavano alla salutare pianta cresciuta nell’azzurro paradiso: non ancora divisi. E dunque? Cosa la ragione può comprendere della legge suprema dei contrari? Allora ognuno di noi è Caino e Abele, angelo e diavolo di se stesso. Ci troviamo di fronte al colpo finale dato al manicheismo. Tornare agli archetipi è ricongiungere l’essere con se stesso, spogliandolo degli orpelli di un pensiero divisorio».
E Ninnj Di Stefano Busà, in prefazione a questo nuovo testo poetico, scrive: «Attraverso un excursus poetico di grande impatto, Franco Campegiani affonda nei meandri di un ego che è riduttivo e misero in un’epoca di grandi clangori, di assenze, di defezioni e di irredimibili colpe: un mondo, il nostro, dove i significati più alti dello spirito sono banditi, emarginati, quasi esclusi da una connotazione venefica di morale: contraddittoria, falsa, ipocrita e vanagloriosa; che rispecchia sempre più la fragilità e il nichilismo delle forze messe in campo».
Poi prosegue: «L’uomo di oggi è latitante da se stesso, non trova nella sacralità delle cose il punto fermo, la verità che cerca, sicché si allontana sempre più dalla realtà e vive in una dimensione di precarietà e di vanità, perché gli è impossibile connettersi con la metafisicità del suo itinere. In questo contesto s’inserisce l’homo novus che deve fare i conti con la solitudine, con i contraccolpi, le inadeguatezze della vicenda umana depauperata da ogni riferimento idealistico. Un linguaggio poetico chiaro e forte senza arzigogoli né sfumature oscure, che si fanno carico di voler individuare le ragioni del dissenso e farsene interprete con grande saggezza. Fa da sfondo alla raccolta una fede non urlata, ma palese, non ecclesiale né ecumenica, ma generatrice di un pensiero dell’oltre».
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