"Entro dieci giorni dal ricevimento della presente (lettera spedita il 20 aprile scorso ndr) la invito a prendere contatto con lo scrivente onde espletare gli opportuni accertamenti medico-legali". Ma la persona convocata dal medico dell'assicurazione per essere sottoposta all'indagine, Maria Valentina D. di 30 anni e' morta proprio nel sinistro oggetto dell'accertamento il 18 febbraio dello scorso anno. A investirla un assicurato di 80 anni della stessa societa' per la quale lavora il medico incaricato degli accertamenti assicurativi. Insieme con l'intimazione a presentarsi e' stato ingiunto alla vittima "di esibire al momento della visita un valido documento di riconoscimento, codice fiscale, e documentazione medico-radiologica inerente il suo sinistro".
Ma non basta: la defunta e' stata informata che la visita potra' essere effettuata "solo a guarigione clinica avvenuta". "Cioe' mai – sottolinea l'avvocato Fernando Catanzaro che assiste i famigliari di Valentina D. – vista la tragica fine della donna".
Il penalista denunciando i fatti sottolinea che la sua cliente "oltre alla sfortuna di avere incontrato l'anziano omicida, ha avuto la disgrazia di imbattersi in una compagnia assicurativa che in maniera dilatoria e pretestuosa non e' stata in grado di offrire il dovuto risarcimento".
"La lettera del medico incaricato degli accertamenti – sottolinea ancora l'avvocato – e' giunta proprio nel giorno in cui, secondo l'accordo di un funzionario della societa' di assicurazioni, sarebbe stata messa a disposizione dei famigliari della vittima la somma di denaro relativa al risarcimento richiesto".
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