Per il ciclo “De Rerum Natura. Indagini e riflessioni per la valorizzazione del giardino storico”, sviluppato in collaborazione tra l’Istituto Autonomo Villa Adriana e Villa d’Este e l’Associazione Parchi e Giardini d’Italia (APGI), Matilde Amaturo, Direttore di Villa Lante (MiBACT, Polo Museale del Lazio), presenterà Villa Lante (Bagnaia, Viterbo).
L’incontro si svolgerà presso Villa d’Este (Sala del Trono), il 26 Aprile 2018, alle ore 17.15. Villa Lante: una proposta di percezione attiva di comunicazione del paesaggio e architettura. Il giardino prospettico di Villa Lante copre un’area di circa quattro ettari, distribuito su tre terrazze principali lungo un dislivello complessivo di sedici metri.
La costruzione del nucleo iniziale della Villa e del suo giardino risalgono al 1566 ad opera del cardinale e vescovo di Viterbo, Giovan Francesco Gambara. Il progetto pensato dal Gambara aveva un significato strettamente religioso: un percorso verso l’acqua divina della salvezza in cima al monte.
L’esecuzione del progetto, attribuito a Jacopo Barozzi, detto il Vignola, ed in parte a Pirro Ligorio, avvenne per mano di Giacomo del Duca e dell’esperto di idraulica Tommaso Ghinucci, già attivo nella Villa D’Este a Tivoli. Interventi databili intorno al 1577.
Dopo la scomparsa del cardinale Gambara, i lavori furono proseguiti prima dal cardinale Federico Cornaro (1588-1590) e successivamente dal cardinale Alessandro Peretti (1590-1623). Gli interventi più evidenti (oltre alla costruzione della Palazzina Montalto) furono il completamento della fontana di Pegaso (detta del Parnaso) e la modifica della fontana dei Quattro Mori con lo stemma dei Montalto Peretti.
Nel 1656 la Villa fu concessa dal pontefice Alessandro VII al duca Ippolito Lante della Rovere per tre generazioni; fu l’inizio della permanenza di questa famiglia nella Villa che ebbe fine solamente con il loro abbandono nel 1931. La famiglia non apportò modifiche significative all’impianto cinquecentesco del giardino.
Oggi il giardino è frutto del recupero dell’assetto formale della composizione cinquecentesca ad opera della Società Villa Lante, che rilevò il monumento nel 1953 e ne curò la gestione fino all’acquisizione da parte dello Stato Italiano nel 1971. Il monumento attualmente è di competenza del Polo museale del Lazio dal 2015. La gestione si articola su due punti cardine: Paesaggio: cura e manutenzione ordinaria e straordinaria del giardino storico (pinus pinea, platanis orientalis, taxus baccata, buxus sempervirens) e del parco.
Maggiori criticità a causa del degrado naturale in relazione anche alle intemperie autunnali e invernali. Peculiare la pulizia straordinaria delle fontane e della sorgente per il monitoraggio della portata idrica che negli anni 2016-2017, ha convogliato energie e cure particolari. Inoltre alcune scelte del passato hanno procurato danni irreversibili alle piante. Gli studi storici (Agrimi 2012) e la perizia forestale (Mascioli 2016) hanno evidenziato che in passato la messa a dimora in ambiente non idoneo della Quercus ilex, ha creato la proliferazione di muffe, per questi motivi è stata necessaria tra il 2016 e il 2017 ed ancora in corso, una bonifica accurata con potature e alcuni necessari abbattimenti, quindi si effettuano controlli periodici per la sicurezza antropica. Integrazione percettiva che trasmette e comunica: apertura degli spazi e dei percorsi delle fontane, aumento della visibilità degli edifici (palazzine Gambara, Montalto e Limonaia), che attualmente sono aperti quotidianamente da martedì a domenica con visite a tema diversificate. L’attuale gestione ha prodotto una progressiva crescita del pubblico: • 2015 visitatori 84.432 • 2016 visitatori 85.141 • 2017 visitatori 87.677
Prospettive: potenziamento degli eventi, comunicazione aggiornata con percorsi anche per il verde e spazi rinnovati per l’accoglienza.
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