Regione Lazio, scenari possibili, si lavora per la tenuta; il giorno dopo il primo Consiglio Regionale dobbiamo registrate spaccature o quantomeno reazioni caldissime nelle opposizioni divise, pensiamo al M5S e al centro destra: Zingaretti per ora puo’ quindi guardare con un filo di serenità e fiducia ai prossimi appuntamenti politici. La parola d’ordine è “non forzare la mano”, situazione necessaria per formare dodici commissioni delle quali quattro sono speciali ed eleggere subito i relativi Presidenti. Questi i prossimi, importantissimi, appuntamenti. Sono e saranno necessari confronti e accordi nelle segrete stanze tra tutti e si sta lavorando per trovare dunque consensi e soluzioni. Che cosa succederà, si chiedono in molti? A breve, arriva anche lo scoglio del bilancio di previsione per il 2018, quindi giugno diventa un momento fondamentale, un punto topico: fino al mese di marzo aveva provveduto infatti la precedente maggioranza.
Carpe Diem? Scenari possibili, ora, in attesa di un documento contabile che possa coprire e stabilizzare tutto l’anno: si procederà a coprire il trimestre aprile-maggio e giugno con un’intesa (certa, pensiamo) con le opposizioni. C’è poi la questione della tenuta della Giunta, a Liberi e Uguali il Presidente Zingaretti ha destinato – notizia di poche ore fa – l’Assessorato al Lavoro a Claudio Di Bernardino, per anni della Cgil di Roma e Lazio (in quota LeU) ma le divisioni interne del suo alleato e i mal di pancia sono sempre pericolosi in un contesto come quello Regionale dove le opposizioni sono maggioranza. La casella dell’assessorato al Lavoro, assegnata a Liberi e Uguali, era vacante da giorni a causa proprio dei contrasti e della posizione non unitaria delle diverse anime del partito di Pietro Grasso. “Considerando il contributo di Liberi e Uguali alla campagna elettorale e preso atto della dialettica ancora aperta per un contributo possibile alla squadra di governo della Regione, credo vada fatto un passo in avanti” ha dichiarato lo stesso Zingaretti in una nota.
Questioni regionali delicate ma anche lo sguardo alla Segreteria PD: il Presidente, oltre alle delicate questioni regionali, come è noto intende candidarsi alle primarie del Partito Democratico per provare a porsi alla guida del post-Renzi, come Segretario del Partito Democratico; è lui (l’unico) uomo che può forse tentare un ricongiungimento dello “sbriciolato e frastagliato” mondo della sinistra e quasi sicuramente, ipotizzabile, un insuccesso e/o un fallimento alla guida della Regione Lazio potrebbe essergli fatale e pregiudicare tutto il lavoro svolto fino ad ora, inficiando le sue aspirazioni alla Segreteria Nazionale del Partito Democratico. In quale direzione andrà il PD e chi sarà pronto a seguire Zingaretti, lo vedremo nelle prossime settimane e mesi.
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