La scritta “pedofilo” associata al cognome di uno dei professori era già apparsa sulle lavagne di un istituto scolastico del Prenestino. Ma la Polizia di Stato, nel riserbo più assoluto, era già al lavoro. Ad allertare gli investigatori del commissariato Porta Maggiore era stata la stessa dirigenza scolastica dopo aver raccolto voci e mezze confessioni di alcune studentesse.
Così come previsto dalla convenzioni internazionali, gli agenti, dopo aver raccolto quelle che in gergo tecnico vengono chiamate “testimonianze indirette” ed aver trovato alcuni riscontri, hanno ascoltato in audizione protetta alcune studentesse di 13 ed 14 anni: l’insegnante aveva toccato più volte il seno ad almeno 3 ragazze. Lo schema era identico: con una scusa cingeva ai fianchi la malcapitata e poi, una volta tratta a se, le sfiorava i seni. Il professore, nei racconti delle vittime, spesso, prima di entrare in contatto fisico con la prescelta, la approcciava verbalmente chiedendole se di notte l’avesse sognato, se voleva un “grattino” o frasi simili. Palpeggiamenti che avvenivano spesso durante le verifiche: il docente aveva inoltre l’abitudine di far leggere le singole studentesse con il libro poggiato sulla cattedra così da costringerle in una posizione prona che di fatto permetteva all’insegnante di guardare il sedere delle vittime. Un quadro completo quello fornito dagli investigatori alla Magistratura e al Gip del Tribunale di Roma, che ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare che è stata eseguita questa mattina dagli stessi poliziotti del commissariato Porta Maggiore, diretto da Moreno Fernandez. L’uomo, al termine degli accertamenti di rito, è stato posto agli arresti domiciliari presso la sua abitazione romana.
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