Sono circa 2000 ettari di “notevole interesse pubblico”, tutti nel territorio di Guidonia. Sono stati pubblicati sull’Albo Pretorio del Comune di Guidonia Montecelio i dettagli della dichiarazione del vincolo apposto dalla Soprintendenza Paesaggistica del Lazio nell’area delle Tenute Storiche di Tor Mastorta, Pilo Rotto, dell’Inviolata, di Tor dei Sordi, di Castell’Arcione e di alcune località limitrofe. La Soprintendenza spiega tutto in una dettagliata relazione – sono numerosi gli allegati consultabili sul sito del comune – nella quale si specifica come il vincolo vada ad indicare “la necessità di salvaguardare i valori paesaggistici di un’area che ancora mostra i caratteri culturali, storici ed identitari del territorio di riferimento (…) obliterati dal disordinato sviluppo urbanistico o pesantemente modificati da interventi di natura diversa da quelli della tutela e della conservazione del paesaggio”. I “pesanti interventi lesivi dell’integrità dell’area” sono quelli della discarica dell’Inviolata “di dubbia legittimità – leggiamo testualmente – che ha comportato la nascita di una vera e propria collina di rifiuti solidi urbani”, inserita nel vincolo per via della “assoluta necessità di controllare e indirizzare le diverse fasi del recupero ambientale e di favorirne il miglior recupero possibile”, con l’aggiunta recente del TMB, realizzato “senza preventivo assenso del Mibact, impianto le cui pertinenze minacciano seriamente l’integrità di alcune preesistenze archeologiche e contribuiscono a peggiorare, ampliandolo, il degrado già rappresentato dall’invaso della discarica”. L’altro intervento definito “lesivo dal punto di vista paesaggistico” è stata la realizzazione della bretella autostradale Fiano – San Cesareo (1988). Altra problematica dell’area risulta essere “l’abusivismo strisciante che ha iniziato a insinuarsi lungo la viabilità rurale all’interno delle parti più conservate, determinando ai margini zone di degrado”. La dichiarazione – pubblicata il 21 marzo – resterà sull’albo pretorio 90 giorni: dalla data di pubblicazione ci sono 30 giorni di tempo per presentare osservazioni alla Soprintendenza, che saranno poi discusse da una commissione ministeriale che dovrà esprimersi entro 180 giorni.
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