Sono oltre seicento denunce quelle giunte da tutta Italia all’attenzione della Procura di Roma in merito ad un sito web che offriva software di utility celando che il servizio non era gratuito, salvo poi chiedere somme di denaro. Un’inchiesta che vede al centro delle indagini il sito www.italia-programmi.net gestito dalla società Estesa Limited e che ipotizza i reati di tentata truffa o truffa a seconde dei diversi singoli episodi allo stato ancora contro ignoti. Si tratta della stessa vicenda che ha visto il gip di Milano Cristina Di Censo disporre appunto il sequestro preventivo del sito www.italia-programmi.net. Un analogo provvedimento era stato sollecitato il 29 dicembre scorso dal procuratore aggiunto Nello Rossi e dal sostituto Nicola Maiorano, che il due gennaio si sono visti respingere la richiesta dal gip Valerio Savio. Nel motivare il ‘no’ il gip aveva affermato: “Difetta la prova che siano 'attualmente' in essere condotte artificiose e, quindi, che il reato sia 'attualmente' commesso e che 'attualmente' vi sia specifica e stabile relazione tra il contenuto del sito e la possibilità, il rischio che con tali contenuti vengano commessi ulteriori reati". Dal provvedimento del gip Savio a oggi, i fascicoli, finiti all'attenzione dei pm di piazzale Clodio e contenenti lo stesso tipo di querela, sono passati da 50 a circa 600 e provengono da ogni parte d'Italia. Tra i raggirati vi sarebbe anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Secondo il gip di Milano invece "l'attualità e la diffusività del fenomeno è comprovata dal ripetersi delle segnalazioni che, quotidianamente, continuano a pervenire alla polizia giudiziaria e alla Procura anche per via telematica" e dal fatto che "le minacce rivolte agli utenti (che non hanno voluto pagare i 96 euro di abbonamento anticipato annuale, ndr.) sarebbero addirittura arrivare a paventare una prossima loro convocazione presso 'il tribunale regionale giudiziario', autorità giudiziaria ovviamente inesistente". Ora le procure di Milano e Roma, le uniche ad indagare sulla vicenda, dovranno incontrarsi per stabilire chi dovrà proseguire nelle verifiche.
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