Soddisfazione e amarezza. Il CRA racchiude in questa contrapposizione i risultati della Conferenza dei Servizi che si è tenuta il 20 aprile a Guidonia, sull’Inviolata e sulle sue falde acquifere violate da anni di immondizia (qualcuno ha anche il coraggio di dire che le cause sono ancora da accertare: http://www.romaest.org/news/04/2012/inviolata-la-conferenza-dei-servizi-approva-il-piano-di-caratterizzazione-per-la-messa-in-sicurezza-e-bonifica-dellarea-la-pistola-fumante-ricercata-da-eco-italia-le-prescrizioni-dellarpa-le-n/). La soddisfazione il Comitato la evidenzia rispetto all’avvio “di un procedimento tecnico che affronti la criticità ambientale con strumenti di legge, dopo anni di inspiegabile silenzio.
Si ritiene soddisfacente anche il livello di correttezza impostato nell’iter messo tardivamente in atto e dell’impegno intenso profuso dagli Enti Locali e l’Agenzia Regione per la Protezione Ambientale del Lazio”. E’ abbastanza ovvio che un tale livello di inquinamento non possa di certo essere il risultato di processi relativamente recenti. Qualche “dimenticanza” c’è stata, e non può essere altrimenti e non ci stupisce neanche un po’. Ma questo è il passato, e, visto anche l’accordo unanime su approccio e metodologie da approntare per delineare un piano di intervento efficace e rapido, c’è effettivamente di che essere soddisfatti. Tuttavia, è una soddisfazione che rischia di essere effimera: ora l’attesa è tutta per gli esiti degli accertamenti previsti dalla Conferenza. E qui arriva l’amarezza. “Scopriremo infatti soltanto in autunno l’entità e la forma del danno complessivo all’area dell’Inviolata, dove un Parco naturale ed archeologico subisce da troppi anni l’ingiuria del degrado ambientale: un danno esteso, probabilmente, non recuperabile dall’uomo e difficilmente contenibile”. Politiche degli Enti Locali che il CRA definisce “scellerate hanno portato a questo status quo: preoccupazione non solo per l’ambiente, ma anche per i costi economici che ora la collettività dovrà verosimilmente sostenere”. La chiusura è per l’impianto. Il Comitato ribadisce il suo no alla realizzazione del TMB all’Inviolata. Motivi storici, senza dubbio. Ma anche riferiti alla evidente incompatibilità ambientale dell’intera area ad ospitare altri manufatti ed interventi impattanti. Quelle terre hanno già pagato abbastanza.
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