Villanova abbandonata. Devastata dagli scavi del settore estrattivo. Dimenticata dalle amministrazioni. Questo è il quadro che viene descritto dalla lettera di un cittadino – che ci ha chiesto di non menzionarlo – che denuncia lo stato delle cose nel quartiere di Guidonia. “Qui ci sono nato ed ho sempre amato la mia frazione ma crescendo continuo a rendermi conto di come il territorio di Villanova sia stato sempre penalizzato in partenza dalla presenza delle cave di travertino che lo hanno certamente danneggiato a favore dei soli ricchi proprietari”. E spesso a scapito di parte dei lavoratori che puntualmente viaggiano sul filo della cassa integrazione. Ma andiamo avanti. La lettera evidenzia una certa sofferenza nel raccontare quello che Villanova è oggi, con il rammarico di non vedere nessuna iniziativa del comune per compensare un disagio che sembra essere piuttosto diffuso. “Non possiamo nemmeno avere il diritto di transitare su strade normali: quelle che abbiamo sono piene di buche. Neanche vengono pulite, talvolta solo quelle principali. Perché tutto questo? E pensare che avremmo diritto ad una quantità di servizi superiore a quella di altre città, almeno quelle prive di handicap ambientali”. Servizi. Parola che ricorre solo nei piani urbanistici, dove – esempio è Arcionia – si pensa a costruire, a vendere, a buttare cemento e a far venire gente a vivere qui. Tanti abitanti in più, servizi che restano solo sulla carta. E’ così da anni a Guidonia. E anche coloro che in campagna elettorale si professano ambientalisti, che lavorano “per il bene della città”, lo restano solo ed esclusivamente sulla carta dei manifesti. “Non possiamo nemmeno portare i nostri bambini a fare un giro con la bicicletta: non ci sono i marciapiedi figuriamoci le piste ciclabili. La discarica – con
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