Si parla di nomadi. E il tema ritorna nelle sale dei consigli comunali, questa volta a Monterotondo, dove è stata approvata nell’ultima seduta una mozione – primo firmatario Tullio Galassetti, capogruppo Italia dei Valori – che ha portato l’intera assise – PdL escluso, che ha votato contro, secondo Galassetti, “per non riconoscere il fallimento delle politiche sociali di Alemanno”. Con il provvedimento approvato, si chiede al prefetto di Roma di riconsiderare il piano di sistemazione delle comunità nomadi e quindi di escludere il Cara di Castelnuovo di Porto. Una scelta che sembra essere naturale, quella di non utilizzare il centro come luogo di accoglienza dei nomadi di tutta Roma. Sarebbe un vero e proprio snaturamento, in quanto il centro “con Decreto del Ministero dell’Interno del 26 maggio 2009 è stato destinato in maniera permanente alla finalità di Centro di Accoglienza per i Profughi Richiedenti Asilo. E peserà molto sui bilanci dei Comuni della zona, costretti faticosamente a mettere in campo urgenti misure cautelative volte a favorire l’integrazione anziché il respingimento razzista dei nomadi”. Anche perché, cifre alla mano, Roma ha ottenuto oltre 35 milioni di euro per fronteggiare le problematiche inerenti le comunità Rom e Sinti sul territorio capitolino, mentre le amministrazioni sulle quali è piovuta l’incombenza di dover accogliere i suddetti gruppi, soldi non ne hanno visti proprio, e saranno dunque costrette a fronteggiare il problema con fondi propri, resi magri dai ridotti trasferimenti statali e regionali. Come sempre, Roma pensa ancora di essere a capo dell’Impero: prendo i soldi, e “accollo” tutto ai comuni limitrofi. Comodo. Ma non può funzionare così. Preoccupazione legittima, la definisce Galassetti, quella di sindaci e cittadini. Anche alla luce dei recentissimi avvenimenti internazionali, è un problema che va studiato in tutte le sue accezioni. “La Regione Lazio dovrà ospitare una quota dei numerosi profughi giunti a Lampedusa in fuga dalla guerra, e pertanto non si può escludere, allo stato attuale, che il Cara di Castelnuovo di Porto venga indicato anche come sito all’uopo necessario, in considerazione di quelle che sono le sue specifiche finalità. In questo caso –ci troveremo ad dover convivere e far convivere cittadini, nomadi e profughi; e tutto questo in assenza di risorse sia in termini finanziarie che in termini di sicurezza”. Sarebbe necessario un passo indietro. Una situazione caldissima, quella di Castelnuovo di Porto, e dei paesi vicini. Chi fa della sicurezza il suo mestiere – il prefetto Pecoraro è anche Commissario Straordinario per l’Emergenza Nomadi nel Lazio – deve recepire le istanze dei cittadini. Una emergenza è tale per tutti. Non solo per Roma.
Condividi