Guidonia / Caos Cave, i sindacati fanno il punto

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“Poco si è mosso finora”. Fanno il punto della situazione i tre sindacati del settore estrattivo sullo stato della situazione vissuta dal comparto del territorio, il tutto dopo che l’assemblea dei lavoratori che ha decretato l’agitazione e proclamato uno sciopero ancora da definire. Alle organizzazioni sindacali è stato dato mandato di richiedere incontri a tutti i livelli interessati.

Ed è esattamente quello che Claudio Coltella (Fillea CGiL), Remo Vernile (FenealUil Roma) e Daniele Mancini (CISL) stanno facendo.

“Gli incontri avuti con l’amministrazione comunale di Guidonia Montecelio, malgrado l’evidente sensibilità dimostrata per la problematica occupazionale, non hanno prodotto nessun risultato immediato, visto che sono continuate le diatribe burocratiche tra imprenditori e ufficio cave del Comune, e solo dopo che una burrascosa riunione delle commissioni congiunte di commercio e ambiente, è maturata la consapevolezza della necessità di affrontare il problema con determinazione e con tutti i mezzi a disposizione, e a tutti i livelli visto anche l’interessamento, che valuteremo nei fatti, di alcuni neo consiglieri regionali”.

Durante l’incontro richiesto dai presidenti delle commissioni Zarro e Cocchiarella, alla presenza del Sindaco Barbet e dei due assessori Guida E Russo, i sindacati hanno potuto esporre le loro posizioni ed ascoltare quelle del Comune, per poi proporre un piano di lavoro ad una possibile soluzione del problema.

Numerose le incomprensioni dello scorso giovedì, durante la riunione congiunta. “Chiarite le incomprensioni iniziali e circoscritti gli ambiti di intervento, si è convenuto di aggiornare la riunione ad una data successiva all’insediamento del consiglio regionale”. Il perché è presto detto. “Da soli non si riesce a risolvere – spiegano i sindacati – un problema che insiste su questo territorio da decenni. Si è inoltre convenuto sulla necessità immediata di intervento relativamente alle vertenze in essere o in via di apertura che già coinvolgono una cinquantina di lavoratori, stilando un report che vada a individuare la posizione di ogni singola azienda e contemporaneamente dare ascolto a quelle aziende, già in difficoltà, che dovessero aver trovato possibili soluzione ai loro problemi”.

Ai confronti istituzionali proseguono paralleli anche quelli con le singole aziende. In data 14 marzo è avvenuto quello con il Centro di Valorizzazione del Travertino Romano. “Alla presenza di una nutrita rappresentanza delle aziende del distretto, oltre che delle rappresentanze sindacali aziendali, si è provveduto ad una approfondita disamina delle rispettive posizioni, negli interventi che si sono succeduti imperava preoccupazione e nervosismo alimentato dalle notizie sulle singole aziende vessate, a loro dire, da provvedimenti che mettono a rischio il proseguo dell’attività”.

Dalla discussione è arrivata una sintesi, che i sindacati hanno definito “propositiva” e che si riassume nella disponibilità, accompagnata dalla relativa richiesta, di istituire un tavolo tecnico in comune per vagliare interventi immediati percorribili, e con una richiesta di incontro urgente da inviare alla Regione Lazio di convocazione di un tavolo congiunto che studi interventi concreti a salvaguardia delle attività e dell’occupazione, definendo procedure di più lungo respiro per il recupero ambientale del territorio in cui insistono le attività estrattive.

I sindacati sono inoltre in attesa di essere convocati da parte di Unindustria Roma. “Non è pensabile che questa vertenza di territorio non debba essere affrontata con la collaborazione di tutti, ma collettivamente facendo giocare alle rappresentanze il ruolo fondamentale di raccordo che diversamente disperde in mille rivoli le energie necessarie ad “inventare” un nuovo modo di estrarre, un nuovo modo di produrre, un nuovo modo di vivere un territorio ricco di storia, cultura e tradizione che gli interessi economici stanno dilapidando”.

Da parte delle organizzazioni sindacali viene confermato l’impegno ad essere parte attiva nella gestione di questa problematica, facendo da cerniera tra le diverse visioni. “A tutte le parti in causa – chiudono – chiediamo una assunzione di responsabilità per la tutela dell’occupazione e delle professionalità del territorio”.

 

 

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