L’obiettivo era quello di ribadire alla Asl Roma 5 la necessità di riqualificare i servizi territoriali. Si è svolta nella mattina di sabato 25 marzo la manifestazione organizzata da Cittadinanzattiva Lazio e dall’Assemblea Territoriale di Tivoli/Palestrina/Zagarolo/Subiaco – con loro il Comitato “A difesa dell’ospedale di Colleferro” – che ha portato davanti all’ospedale di Tivoli circa 50 persone, una folta rappresentanza delle associazioni coinvolte, delegazioni ufficiali di W Tivoli, Sinistra italiana, Movimento 5 Stelle e Alleanza per la Città, e ancora Alleanza per Tivoli. L’amministrazione comunale è stata rappresentata da Gianni Innocenti e Fabio Attilia che, consigliere del Sindaco per la Sanità, ha portato il saluto del primo cittadino Giuseppe Proietti. Da segnalare anche esponenti della politica nazionale, con Monica Gregori deputato di Sinistra Italiana e di quella regionale, con il consigliere alla Pisana del Movimento 5 Stelle Davide Barillari. Numerosi gli esempi portati all’attenzione dei partecipanti da Elia Rosati, segretario regionale Cittadinanzattiva Lazio Onlus. “Nella nostra Asl, che conta 500 mila abitanti, mancano centinaia di posti letto, e i familiari malati spesso vengono trasferiti fuori regione. Dovrebbero esserci almeno 8 ambulanze con medico a bordo, non esiste una risonanza magnetica nucleare nei PS, il personale medico ed infermieristico è carente nel numero, stressato e con un’eta media molto avanzata. Mancano inoltre anestesisti rianimatori, cardiologi, ortopedici, laboratoristi, radiologi, e ciò provoca grandi ritardi nelle sedute operatorie e nella gestione dell’urgenza ospedaliera”. Rosati punta anche l’attenzione sul sistema di collegamento informatico con il policlinico Umberto I, per trattare l’emergenza dell’ictus celebrale, che funziona solo nel Dea di Tivoli. “L’unica emodinamica, per la cura degli infarti miocardici, funziona solo 12 ore al giorno. E poi c’è la reperibilità. Le liste di attesa – chiude il segretario – per visite ed esami diagnostici, sono sempre più lunghe,obbligando i cittadini a rivolgerci presso strutture private”. Quello che la manifestazione ha richiesto alla Asl – c’è anche una petizione attiva sul sito change.org – è di attivarsi per prendere in carico le situazioni segnalate, di monitorare e verificare il reale stato dell’arte nel territorio e di intervenire per portare a soluzione le criticità “ormai non più rinviabili” e di aprire un confronto aperto e costruttivo con le organizzazioni di cittadini che raccolgono segnalazioni dei cittadini in tema di difficoltà di accesso della popolazione.
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