Sono stati i carabinieri del Nas a dare esecuzione a 9 provvedimenti restrittivi – emessi dal Gip del Tribunale di Roma – nell’ambito di un’inchiesta per corruzione e turbativa di appalti nella sanità pubblica nella Capitale. Finiscono in carcere 3 persone, tra i quali due dirigenti di una Asl di Roma, Maurizio Ferraresi e Claudio Cascarino. Con loro l’imprenditore guidoniano Mario Dionisi, gestore di laboratori di analisi cliniche: per lui posizione ancora da chiarire, ma in ogni caso del tutto scollegata rispetto a quella degli altri. Domiciliari per altre sei persone, per provvedimenti emessi nell’ambito di una complessa indagine portata avanti dalla Procura della Repubblica di Roma, che ha accertato gravi condotte corruttive e di turbativa di gara pubblica per l’assegnazione di opere manutentive di strutture sanitarie della Capitale. Nell’ambito della stessa inchiesta risultano indagate altre 10 persone, tra i quali ci sono anche l’ex magistrato di Cassazione Franco Amedeo e il deputato Antonio Angelucci: l’ipotesi di reato nei confronti del politico è quella di traffico di influenze, mentre per Amedeo l’accusa è corruzione. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, il deputato – che si è dichiarato totalmente estraneo ai fatti – avrebbe chiesto al dirigente Asl Maurizio Ferraresi di contattare qualcuno capace di “interessarsi” a un procedimento che coinvolge la Tosinvest in Cassazione. La persona contattata da Ferraresi, sarebbe stata Franco Amedeo, ex magistrato al quale aveva promesso un certificato falso per una mastoplastica per una sua amica: Amedeo tentò di avvicinarsi al presidente della Cassazione, che naturalmente si è opposto, con il conseguente fallimento dell’operazione.
Un totale dunque di 19 persone, secondo gli inquirenti ritenuti coinvolti in una ramificata rete di reciproche facilitazioni affaristiche finalizzate alla realizzazione di profitti e vantaggi personali, perpetrate mediante traffici di influenze e la redazione di false attestazioni. La Procura ha anche effettuato due sequestri: oltre quattro milioni di euro per il presunto profitto illecito ricavato da una società di analisi cliniche riconducibile a Mario Dionisi, mentre 330mila euro sono stati sequestrati al dirigente Asl Maurizio Ferraresi. Questa la ricostruzione degli inquirenti: Ferraresi, preposto alla commissione patenti, a partire dal 2010, avrebbe indirizzato gli utenti del suo servizio presso il laboratorio di analisi di Dionisi. Un servizio che l’imprenditore avrebbe ricompensato con circa 5.000 euro al mese. Un altro episodio che coinvolge la medesima struttura sanitaria riguarda una gara da 14 milioni di euro. In questo caso, insieme a Ferraresi sono indagati il dirigente Asl Claudio Cascarino e alcuni imprenditori.
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