Con l’ultima replica per le scuole questo martedì si è conclusa la fortunatissima finestra della compagnia Soldout che ha portato al Teatro Imperiale di Guidonia lo spettacolo “Promessi Sposi Show”. Prima di tutto bisogna sottolineare quanto la parola “spettacolo” sia quasi riduttiva per una commedia che in questi giorni ha saputo strappare applausi sinceri e conquistare grandi e piccini, incollando gli spettatori alla poltrona fino all’ultimo sipario. Era lecito infatti aspettarsi una piccola vetrina in cui il mostro sacro dei Promessi Sposi venisse tagliuzzato e deriso per accattivare il pubblico con gag esilaranti e battute di cabaret e probabilmente sarebbe stato il compito più facile. Niente di più lontano, invece.
La compagnia Soldout ha messo in scena uno spettacolo intelligente e ricco di spunti, tanto da incuriosire il pubblico fino all’ultima scena nonostante il finale e tutta la storia fosse già ampiamente conosciuta. La grande letteratura italiana del Manzoni è stata messa a lucido e valorizzata, senza pesanti stravolgimenti, ma con scelte coraggiose volte ad ironizzare e attualizzare, ciò che forse, troppi libri di testo hanno appesantito. Capita perciò che la terribile piaga della peste venga resa un infantile gioco che dal palco arriva a coinvolgere il pubblico, o che Don Rodrigo e Fra Cristoforo si scontrino in un duello verbale che partendo dal clima Western, sfocia in un bizzarro dibattito politico. Le canzoni, tutte appartenenti ad un immaginario abbastanza comune, basti citare nomi come Mina, Bennato, Ricchi e Poveri, e persino i Queen, sono incastonate con grande intelligenza all’interno della commedia, alle volte con simpatica leggerezza, altre col preciso intento di affidare le emozioni alle note e alle splendide voci dei vari interpreti, rafforzandone l’impatto. Va detto che quest’ultima operazione riesce nel migliore dei modi grazie alle perfette interpretazioni di tutto il cast, che con enormi capacità eccelle tanto nel canto quanto nella recitazione, e ognuno di questi ragazzi riesce a ritagliarsi spazi e tempi, interpretando anche ruoli diversi; talmente bravi che negli scroscianti applausi di fine spettacolo era davvero impossibile scegliere qualcuno da elogiare più di altri. I costumi semplici ed efficaci hanno dato la giusta idea di tempo e spazio a cui si riferiva la storia, anche per colmare la totale assenza della scenografia che, va detto, sarebbe dovuta cambiare costantemente, oltre ad essere un po’ di intralcio per una compagnia che finalmente ha proposto dei balletti, ben coordinati e di ottimo impatto scenico. Un applauso va dunque anche a quei tecnici che senza sbavatura alcuna, hanno collaborato con le luci e i microfoni. Non resta che fare i complimenti a Maurizio Colombi che ha scritto e diretto questo spettacolo, soprattutto per il grande merito di aver dato ad ognuno di questi ragazzi lo spazio giusto per esprimere al meglio le loro eccellenti doti teatrali. Concludiamo quindi con un grande in bocca al lupo per tutta la compagnia dei Soldout, nella viva speranza di rivederli presto.
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