La filosofia di una Scuola Calcio diversa: la storia del Guidonia Futsal Club

In In Evidenza, Sport da Elena Giovannini

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Al centro sportivo Morgana di Guidonia c’è una scuola calcio diversa dalle altre, quella del Guidonia Futsal Club: bambini e ragazzi dai 4 ai 18 anni condividono un progetto educativo particolare, che si basa non solo sull’educazione e la formazione tipiche del calcio ma anche su una concezione particolare di questo sport, più passione che competizione e che riscopre, soprattutto per i più piccoli, la voglia di divertirsi e stare insieme più che quella di vincere, di essere sempre il migliore.

Per saperne di più abbiamo parlato con PaoloTirabassi, istruttore dei ragazzi, che mi accoglie con un sorriso alle 7 di sera, appena finito l’allenamento dei ragazzi: mi chiedo come faccia a essere così contento dopo aver corso due ore sotto la pioggia. “A Paolo deve piacere molto insegnare calcio” penso, e le sue parole quando parla del campetto, delle attività e del progetto educativo che porta avanti me lo hanno decisamente confermato.

Quando hai iniziato il progetto di scuola calcio in questo centro sportivo?
Sono istruttore per passione ormai da anni, prima ho lavorato in un’altra società di Guidonia e conseguito l’attestato della FIGC. Da due anni e mezzo è iniziato questo progetto e sono istruttore della scuola calcio qui, oggi ci sono più di 60 ragazzi iscritti.

A quali fasce di età vi rivolgete principalmente?
Siamo aperti ai bambini e ragazzi dai 4 ai 18 anni: ci sono i bambini della scuola calcio, divisi in due gruppi, uno dai 4-6 anni e un altro dagli 8 ai 10 anni. Poi ci sono gli Allievi (dai 14 ai 16 anni) e infine i “Ragazzi” dai 16 ai 18 anni: loro partecipano a un campionato open, il CSI, in cui si confrontano con ragazzi più grandi anche oltre i 25 anni. Una particolarità di questa scuola è che i bambini più piccoli sono allenati da due ragazze, e credo che questo li aiuti a sentirsi più accolti e tranquilli e ciò mi permette di far iscrivere anche i più piccoli. (l’età minima delle scuole calcio è abitualmente di 5 anni).

Che tipo di attività svolgete?
Io sono convinto che si debba lavorare molto sulla socialità, l’aggregazione, lo stare all’aria aperta. Dal punto di vista tecnico lavoriamo sull’aspetto coordinativo proponendo anche giochi di vario genere, non solo calcio quindi. Crescendo l’età si cominciano a introdurre anche concetti più specifici di calcio a 5. Mi piace pensare che la prima grande squadra nostra sarà quella dei bambini che oggi hanno 5 anni tra 10 anni. Non mi aspetto di raccogliere i frutti oggi, credo sia necessario un tempo lungo, per adesso noi ci mettiamo tutto ciò che abbiamo, tanta voglia, tanto lavoro e tante idee.

Cosa differenzia questo progetto dalle altre scuole calcio “ufficiali” del territorio?
Nelle scuole calcio a partire da 12 anni per giocare devi superare una selezione perciò nella fascia tra i 13 e i 14 anni c’è il più alto tasso d’abbandono dal calcio e credo che questa sia una cosa deprimente. Qui diamo la possibilità a tutti di giocare: perché credo sia giusto che chi voglia continuare possa farlo, senza dover abbandonare questo sport o giocare in strada. Questo non significa che non abbiamo giocatori forti, anzi alcuni sono davvero bravi e auguro loro di fare strada, anche con qualcun altro, magari con qualche squadra importante. Infine il progetto mira a creare un bel clima di aggregazione, una sorta di famiglia, aperta il più possibile a tutti. Questa apertura è evidenziabile anche nei costi dei corsi, molto più bassi di quelli delle altre scuole calcio e pagabili mensilmente, un’agevolazione anche per tutti quei bambini i cui genitori non possono permettersi una scuola calcio “ufficiale”, che spesso giocano in strada e magari sono anche bravi.

Una bella soddisfazione che ti ha dato questo lavoro?
io andavo a scuola qui vicino, quando organizzai la prima partita di calcetto avevo circa 9 anni e fu qui al campo della chiesa, insomma nasce da lontano questa cosa, non so se definirla una passione o una malattia. Farlo oggi da grande e vedere il riscontro con i bambini e con i ragazzi è una cosa importante, è realizzare un sogno, anche se non può essere la mia occupazione a tempo pieno.
Una cosa che mi fa credere moltissimo in questo progetto è aver recuperato molti ragazzi che si erano allontanati dal mondo del calcio: la sfida più difficile è riconquistare quelli che hanno avuto davanti a se chi non ha creduto in loro. Ma se uno che veniva qui e stava seduto a bordo campo a fumare e guardare gli amici giocare oggi corre tanto, ha smesso di fumare e sta sempre sul campo con me aiutandomi anche con i bambini, per me questa è la mia più grande vittoria. E’ quello che vogliamo fare qui.

Avete pensato di espandere il progetto oltre il campetto, portandolo ad esempio nelle scuole?
Con un amico allenatore spagnolo abbiamo presentato alle scuole di Guidonia il progetto “Imparare lo spagnolo con il calcio a 5” che prevedeva lezioni di calcio in lingua. La risposta è stata buona soprattutto a Villalba, ma i numeri non ci hanno comunque consentito di far partire il progetto, che dovrà essere rinviato.

Un progetto educativo completo che parte dal campetto ma che continua anche oltre. Il gruppo è presente sui social, c’è anche un gruppo Facebook creato appositamente per comunicare con i genitori e da pochi giorni è stato aperto un sito http://www.guidoniafutsalclub.it/index.php?option=com_content&view=featured&Itemid=21. Sembra un mondo assurdo quello di Paolo e del Guidonia Futsal Club, paragonato alle competizioni folli che a volte dominano il mondo delle scuole calcio, con genitori che litigano alle partite della domenica e bambini che devono a tutti i costi essere il migliore. Saluto Paolo e lo ringrazio per avermi fatto scoprire un progetto con cui il calcio torna ad essere quello che dovrebbe essere per un bambino, un gioco, un divertimento, un momento per crescere. Un calcio un po’ più vero.

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