E’ arrivato il 31 marzo, giorno della Conferenza dei Servizi che si pronuncerà sulla valutazione della modifica dell’AIA, richiesta dalla Buzzi Unicem in merito alle “prove industriali condotte (…) limitatamente ai rifiuti non pericolosi CER 16.11.06 e CER 19.08.14” (questo si legge nella Convocazione della Città Metropolitana). Recupero di materie prime seconde e non combustione, “questo è in sintesi quello che è accaduto nei giorni di ottobre e dicembre 2014. Abbiamo fatto delle prove sperimentali, prescritte da Arpa e Provincia, inserendo nel processo di produzione mattoni refrattari che rivestono l’interno del forno (che vengono sostituiti due volte l’anno) e il deposito presente sul fondo delle vasche che raccolgono le acque di prima pioggia. Di fatto è il materiale dilavato dei nostri piazzali, che, come verificato, rappresenta una miscela delle nostre stesse materie prime. Tutto è stato eseguito nel pieno rispetto delle norme vigenti, di tutti gli impegni assunti con i Protocolli d’Intesa ed in linea con i principi di uno sviluppo sostenibile”. Così la settimana scorsa ha parlato di tali prove il direttore dello stabilimento di Guidonia Dorino Cornaviera (http://www.romaest.org/news/03/2015/guidonia-la-versione-della-buzzi-unicem/). Domani se ne saprà certamente di più: parteciperà come delegato del Comune il consigliere Venturiello, ma la Conferenza è incontro aperto a tutti. Una settimana complessa, quella che ha condotto la città al 31 marzo, e che ha visto il 26 marzo l’atteso consiglio comunale sulle criticità ambientali presenti a Guidonia.
Il dibattito. Alla presenza di tanti cittadini – ma non così tanti come preventivato dal tam tam mediatico che ha preceduto il consiglio – di cui molti legati ad associazioni ambientaliste, e di delegazioni dei comuni di Fonte Nuova e Tivoli, il dibattito è stato lungo – dalle 15 e 30 alle 21 – e piuttosto interessante, certamente diverso dalle sedute consiliari a cui siamo abituati. Una minoranza che in consiglio si è molto battuta in particolare sugli eventuali scenari futuri – “non stiamo discutendo della conferenza del 31, ma del futuro della città” – che potrebbero legare Cementerie e TMB, alla quale hanno risposto Michele Venturiello – che ha accusato apertamente l’opposizione di fare disinformazione – e il sindaco Rubeis in ultima battuta. Occasione importante per ascoltare la cronologia delle vicende che hanno condotto il TMB all’Inviolata e per recepire le visioni, ovviamente diametralmente opposte, della maggioranza e dell’opposizione sui temi ambientali, oltre ad ascoltare nuovamente vecchie mozioni risalenti al 2012 che parlavano di “avvio del TMB subordinato alla messa in sicurezza e alla bonifica della zona dell’Inviolata”,eventualità che deve essere tenuta in considerazione, a maggior ragione se portata avanti in danno al gestore del sito. Tuttavia, alla fine, su qualcosa si è convenuto. Il consiglio ha votato all’unanimità una proposta dell’opposizione per un tavolo congiunto tra Guidonia, i comuni di Fonte Nuova, Sant’Angelo Romano e Mentana, i rappresentanti della Città Metropolitana e quelli della Regione Lazio. La nuova tappa per l’ambiente a Guidonia riparte dunque da questo tavolo, e certamente dalle posizioni evidenziate in sede di consiglio: un consiglio che finalmente è ritornato a parlare di temi importanti e vicini alla cittadinanza, attraverso un dibattito di buon livello, che molto avrebbe avuto ancora da dire se oltre a Venturiello avessero preso parte agli interventi anche altri membri della maggioranza. L’opposizione ha preso in toto la parola, anche chi prima di oggi non aveva mai aperto bocca.
Le polemiche. Nessun picco di tensione da segnalare, nonostante le opinioni ovviamente divergenti. Il pubblico era caldo, e ha rumoreggiato parecchio durante gli interventi di Venturiello: quando è arrivato il turno del sindaco la sala era ormai quasi vuota. Non sono intervenuti nel dibattito, nonostante le richieste della minoranza, né il sindaco di Fonte Nuova Fabio Cannella né il CRA, in quanto, in particolare il primo cittadino, “non avrebbero aggiunto valore al dibattito. E poi avremmo dovuto invitarli a parlare: così è previsto dalle norme”. Per il resto, dibattito forte e acceso, ma niente scene, almeno in assemblea, da ricordare particolarmente.
Domani. E’ stato un lungo botta e risposta, di accuse e di difese, di meriti rivendicati e di analisi di documenti e atti che raccontano due storie differenti. Storie che la città si porta dietro da anni. Storie che, evidentemente, non avranno mai fine. L’auspicio è che un giorno, finalmente, si possa parlare di tutto questo come di un passato certo complesso, ma risolto. Su quella discarica molto si è detto, così come sulla Buzzi e sul TMB che ancora deve essere acceso, oltre che sul Parco Archeologico dell’Inviolata. “Nonostante l’elevato livello di antropizzazione, il paesaggio del parco – situato nell’immediata periferia orientale di Roma – ricorda ancora a tratti quello tipico della Campagna Romana e in alcuni settori meno accessibili conserva elementi preziosi di naturalità”. Fa un po’ ridere la definizione “elevato livello di antropizzazione”: eppure, nel sito dedicato ai Parchi del Lazio – http://www.parchilazio.it/inviolata – è scritto proprio così. Forse la Regione, visto che ha molto da farsi perdonare su questi temi, dovrebbe tornare a vedere l’elevato livello di antropizzazione raggiunto. Ma magari il tavolo approvato nel consiglio comunale del 26 marzo sarà occasione anche per questo.
Condividi