#dallapartediSimona. Il silenzio assordante dell’azienda: la donna, malata di cancro e licenziata, ancora in attesa del reintegro

In In Evidenza, Primo Piano, Spazio al Sociale da Yari Riccardi

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Eppure altre storie hanno un lieto fine. Vincenzo, guardia giurata della Sveviapol Sud, che aveva subito la stessa sorte di Simona, tornerà a lavorare una volta sconfitto il cancro al cervello. Simona invece ancora non è stata reintregrata. E nell’attesa di una Legge che tuteli tutti i malati affetti da malattie oncologiche e da altre malattie gravi e invalidanti, il lieto fine per la donna ancora non c’è. Un silenzio “assordante”, così definisce USB, quello di Mediamarket spa sulla storia di Simona, dipendente del negozio Saturn del centro commerciale Romaest di Roma, licenziata dopo 2 mesi di assenza èerchè in ospedale per un cancro. Superamento del periodo di comporto. Il sindacato entra subito in azione: USB ha chiesto e ottenuto in questi giorni una visita ispettiva per valutare le condizioni di salute e sicurezza nel punto vendita. “Siamo determinati a non far cadere nel dimenticatoio questa triste storia – dichiara Francesco Iacovone dell’Esecutivo Nazionale USB Lavoro Privato – attendiamo fiduciosi il lavoro degli ispettori della ASL RM B, ma la catena di solidarietà che ha scatenato questo caso sta a dimostrare quanto sia diffuso il problema e fa apparire inequivocabile la necessità e l’urgenza di una Legge in tutela dei lavoratori affetti da malattie oncologiche e da altre malattie gravi e invalidanti”.Una mancanza, questa legge, che fa venir meno una delle funzioni più importanti di uno Stato che si definisce civile, quello della tutela della salute. E il perchè è presto detto. “Lasciare ai datori di lavoro – prosegue Iacovone – la facoltà di decidere se licenziare o meno questi già sfortunati lavori significherebbe proprio l’abbandono da parte dello Stato del valore della tutela della salute. Valore che evidententemente passa anche per la serenità economica garantita dal lavoro”. Simona resta un caso emblematico, e la legge – per la quale USB annuncia battaglia – serve per tutte quelle “Simona” che stanno vivendo un dramma del genere. Così come fa rumore il silenzio di una azienda che ancora non torna sui suoi passi. Ma il silenzio si sconfigge con il suono di tante voci, quelle della società civile, dei colleghi della donna, di tutti quelli che si sono schierati #dallapartedisimona. Voci che ci sono ancora, e gridano di rabbia e indignazione. Il silenzio non potrà molto ancora, contro tutte queste voci.

http://www.romaest.org/news/02/2015/dallapartedisimona-un-cancro-e-un-licenziamento-una-battaglia-per-la-vita-e-per-il-lavoro/

http://www.romaest.org/news/02/2015/dallapartedisimona-ancora-niente-reintegro-per-la-donna-malata-di-cancro-e-licenziata-usb-lavoro-serve-una-legge-per-il-lavoratori-affetti-da-malattie-gravi/

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