E’ stata inviata oggi una segnalazione, da parte di quattro Associazioni e Comitati locali, all’Agenzia Regionale Parchi del Lazio ed al Corpo Forestale dello Stato (Comando provinciale di Roma) e riguardante il profondo inquinamento dell’area dell’Inviolata. Infatti, dai dati pubblicati da ARPA Lazio recentemente, si denota una contaminazione nelle acque sotterranee anche della zona del Parco regionale naturale archeologico dell’Inviolata, che lascia preoccupati e sbigottiti molti cittadini locali per più ragioni.L’inquinamento – le cui responsabilità come è noto sono ascritte al gestore della discarica per rifiuti urbani, Eco Italia ’87 srl – è stato monitorato sulle acque dei piezometri posti intorno agli invasi e ben tre di questi pozzi sono nel territorio del Parco regionale. Proprio tra questi è stata riscontrata una contaminazione della falda dovuta ad Arsenico (sul prelievo “tal quale” e sul prelievo “filtrato”), Manganese, Dicloropropano, Diclorobenzene, Esaclorobenzene. Ma i dati dell’ARPA Lazio non si fermano qui: nei terreni intorno ad alcuni piezometri, giusto a ridosso del confine del Parco, è stata riscontrata la presenza di metalli pesanti, tra cui il pericolosissimo Tallio. La contaminazione è particolarmente allarmante, non solo perché le acque sotterranee risultano inquinate, ma perché su quei terreni vivono e lavorano persone e pascola bestiame da cui si producono latte e formaggi.
Infine, se l’inquinamento è riscontrato all’interno dell’area protetta, il danno ambientale assume una gravità notevole, su cui l’Agenzia Regionale Parchi e la Guardia Forestale devono esprimersi celermente e prendere netta posizione a favore del ripristino della sanità dei luoghi.
I cittadini sono ora informati, mentre le istituzioni temporeggiano. Cosa si aspetta ad intervenire?
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