Uno sparo nella notte. E un altro suicidio. C’è qualcosa di insopportabile nella morte di una ragazza di 39 anni, di Villalba. La gioventù dovrebbe essere sinonimo di speranza. E quando questo non accade è doveroso riflettere su tutto quello che c'è intorno a noi: spesso è la società stessa a non comprendere, forse a non voler vedere, a non poter vedere. Ci si sente abbandonati e impotenti, anche se magari non è così in realtà. Il suicidio è un passo quasi automatico, quando la disperazione offusca mente e cuore. Non intendiamo dare il nome, per rispetto di un dolore terribile e lacerante, che spezza la tranquillità del primo sabato sera di primavera. Un sms e alcune lettere per dire i suoi ultimi pensieri, e poi la pistola – la ragazza lavorava nella sicurezza – all’altezza del cuore. Un ultimo respiro e poi il grilletto. E poi il buio. A nulla sono serviti i soccorsi del 118. Non possiamo che essere vicini alla famiglia della ragazza.
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