Sanità, chi comanda nella Regione Lazio?

In Cronaca & Attualità, In Evidenza, Roma Est, Salute & Dintorni da Riceviamo e Pubblichiamo Commenti

Condividi

Il centrosinistra impone il ritorno della Croce Rossa nella gestione del 118. Niente assunzioni e contratti interinali: questo il futuro dei dipendenti ex CRI?

Chi comanda nella Regione Lazio? La domanda è legittima, visto quanto sta accadendo intorno alla sanità, nello specifico intorno al 118. Il centrosinistra intende riaffidare la gestione del servizio alla Croce Rossa. E non è un invito quello della minoranza presente nei palazzi di via della Pisana, ma una vera e propria imposizione al governatore della regione Lazio Renata Polverini: imposizione che arriva dopo mesi di attacchi a mezzo stampa e di mozioni contro la decisione dell’Ares e a favore della Croce Rossa. Ultimo, in ordine di tempo, quello di Vincenzo Maruccio, capogruppo IDV in consiglio regionale. In tutti questi attacchi e queste mozioni, i firmatari si dimenticano di un piccolo, lieve particolare (secondo loro, naturalmente): viene scritto e detto di tutto, tranne che è stata proprio la Croce Rossa a sciogliere la convenzione con l’Ares 118, rinunciando lei stessa all’accordo. Cosa avrebbe dovuto fare la Regione? Mettersi in ginocchio e pregare l’ente di ripensarci, perchè niente sarebbe stato lo stesso senza la Croce Rossa? Visto che stiamo parlando di un servizio di fondamentale importanza per la collettività, l’Ares doveva per forza trovare una soluzione. Una soluzione che ha mantenuto gli stessi standard (talvolta anche migliorandoli) della precedente gestione. Ma forse veder migliorare le cose non fa parte della cultura di certa politica, e evidentemente questa cultura è diffusa nei palazzi della Regione Lazio.

Ne è passata tanta di acqua sotto i ponti, e la Croce Blu, la Nuova Croce Verde Romana, la Croce Bianca Italia, la Croce Medica Italiana, S.E.A. e San Paolo della Croce hanno dimostrato di essere all’altezza del 118. A qualcuno questa cosa non piace: e gli attacchi incrociati arrivati col passare dei mesi, in particolare proprio dal centrosinistra, trovano concretezza con quello che sta accadendo questa settimana. Fuori le sei società, e di nuovo dentro la Croce Rossa. Va anche detto che gli investimenti fatti dalle Croci per assumere i dipendenti ex CRI sono stati ingenti e onerosi, per non parlare dei costi per le nuove attrezzature e per le nuove ambulanze. Tutte completamente in regola, al contrario di quello che alcuni vogliono far passare. Proprio sui mezzi, va ricordato che la Croce Rossa è esente da certe autorizzazioni necessarie invece alle croci private. Certificati che rendono i mezzi delle società private all’avanguardia nel campo della sicurezza, e attrezzati per qualsiasi tipo di emergenza: un servizio in più che viene reso alla popolazione, un lato sempre dimenticato quando si parla di sanità, in particolare da chi con la sanità ha preso consensi e voti.

Ora invece, con la proposta del centro sinistra, succederà che ai dipendenti della Croce Rossa verranno sottoposti solamente contratti interinali. Di assunzioni proprio non se ne parla, e la Croce Rossa proprio non ne vuole sentire parlare. Legittimamente quindi le società si chiedono chi comanda in Regione, se il centrosinistra o la Polverini. E a chi si sta dando fastidio. Perché scoprire oggi che esiste il concreto rischio di veder terminare oggi la convenzione con l’Ares invece che a luglio come da accordi, e apprendere che il centro sinistra non vuole neanche fare la gara europea, in programma per l’estate, sa proprio di beffa. Un insulto al lavoro e alla volontà di fare le cose in regola e per bene. Nessuno in questi mesi si è mai alzato in difesa dell’operato di tutti quegli enti che hanno avuto l’unica colpa di aver rilevato un servizio che è stata la Croce Rossa a interrompere. Questo non l’ha mai detto nessuno. Una tendenza talmente facile, che è diventata quasi come sparare sulla Croce Rossa. Anzi no. Come sparare sulla Croce Blu, la Nuova Croce Verde Romana, la Croce Bianca Italia, la Croce Medica Italiana, S.E.A. e San Paolo della Croce. Colpevoli solo di aver risposto a una chiamata dell’Ares. Colpevoli di voler fare le cose in regola. Colpevoli di non avere una protezione politica, perché la politica non dovrebbe far parte del vissuto di chi opera nel sanitario. O almeno, non dovrebbe essere la politica a decidere del lavoro della gente. E della salute: la proposta di non fare una gara di gestione europea come da programma sa tanto di monopolio del 118. Sulle ambulanze solo la Croce Rossa. Poco importa se è questa che ha rinunciato, poco importa se con il nuovo accordo con le Croci Private la Regione risparmia soldi, poco importa se il 118 funziona e anche discretamente bene. Il Male sono le Croci Private. Il Bene la Croce Rossa. Uno scontro ideologico che vedrà con tutta probabilità un solo vincitore, visti i differenti santi in Paradiso – si legga Consiglio Regionale – che hanno i due opposti schieramenti.

Condividi