Quando il pusher era “operativo” accendeva la luce della camera da letto

In Cronaca & Attualità da Roma Est Magazine Commenti

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Il segnale convenuto con i consumatori della zona era semplice: l’accensione di una luce all’interno dell’appartamento.

Il sistema era tanto semplice che anche per gli agenti del Commissariato Trevi, diretti dal dott. Lorenzo Suraci, non è stato difficile fingersi clienti.

Sabato sera alcuni poliziotti in borghese si sono appostati sotto casa di M.A., ventottenne romano, in attesa del segnale di “via libera”.

Gli agenti hanno suonato il campanello dell’abitazione e, come qualunque altro cliente, sono entrati in casa.

A quel punto gli uomini del Commissariato si sono qualificati e hanno proceduto alla perquisizione.

Le ricerche sono state agevolate dallo stesso padrone di casa, dal momento che M.A., che aveva appena iniziato a “lavorare” per i clienti del sabato sera, aveva lasciato tutto a portata di mano sul tavolo della cucina.

La Polizia ha trovato oltre 700 gr di cocaina pura, sostanze da “taglio” e un bilancino di precisione, nonché altri 22 gr di hashish.

Durante la perquisizione è stata rinvenuta anche una somma di denaro per un ammontare complessivo di circa 2400 euro, provento dell’attività illecita.

Infatti M.A. aveva visto lontano, sostituendo la sua precedente attività di ristoratore con quella decisamente più remunerativa di spaccio, con un vasto e fiorente giro d’affari.

Il tutto è stato sequestrato unitamente ad un taccuino, in cui erano registrati nomi e cifre inerenti l’attività di spaccio.

Dato il via vai continuo di clienti, sono stati identificati e segnalati alla Prefettura anche sei consumatori di droga, che sarebbero stati molti di più se gli agenti non avessero infine deciso di “spegnere la luce”.

Il giovane romano è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e, processato per direttissima, è stato condannato a quattro anni di carcere.

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