Numerosi reperti archeologici, risalenti probabilmente al periodo compreso tra il VII secolo a.C. e la piena età imperiale, sono stati scoperti a Sacrofano dai finanzieri del comando Provinciale di Roma, nel corso di una perquisizione locale all’interno di un’abitazione a Sacrofano. L’operazione delle Fiamme Gialle del I Gruppo Roma – ribattezzata “Rasna”, dal nome con il quale si indicava, nella loro lingua, il popolo etrusco – è la conclusione di indagini durate alcune settimane sul commercio illegale di materiale archeologico verosimilmente proveniente da tombe arcaiche ed insediamenti abitativi dell’Etruria meridionale, per lo più trafugato durante scavi clandestini nelle zone limitrofe a Sacrofano.
Tra i resti rinvenuti, di particolare interesse appare una testa in terracotta che è oggetto di studio da parte della competente sovrintendenza, alcune anfore olearie e/o da derrate provenienti da insediamenti produttivi di età romana e numerosi frammenti, fra cui alcuni in ceramica in vernice nera, di notevole varietà tipologica e dalla raffinata decorazione a rilievo. Di particolare pregio, anche, materiali lapidei, tra cui la cassa di un sarcofago di bambino in marmo nonché diversi elementi architettonici come basi di colonne, parti di colonne in pietra e frammenti marmorei, oltre a numerosi basoli che, in origine, pavimentavano presumibilmente una strada romana. All’esito delle operazioni di quantificazione e catalogazione dei pezzi, gli investigatori – che si sono avvalsi della preziosa consulenza di Daniela Rizzo, specializzata in archeologia dell’Etruria Meridionale – hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Tivoli il proprietario dell’appartamento per detenzione illecita di reperti archeologici, mentre tutto il materiale – da ritenersi di proprietà dello Stato – è stato sottoposto a sequestro.
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