Omicidio preterintenzionale per la sorte di una giovane donna al termine di un gioco erotico e lesioni dolose e gravi perché un'altra partner ha rischiato la morte. Sono le ipotesi di reato che la Procura di Roma contesta all'ingegner Soter Mulé, di 44 anni, a conclusione dell'inchiesta sui fatti accaduti nella notte tra il 9 e il 10 settembre dello scorso anno in un garage di via Settebagni. Quella notte morì Paola Caputo di 23 anni, rimasta strangolata durante un gioco erotico (una pratica bondage) mentre un'altra giovane donna, Federica, che partecipava e veniva legata con la tecnica dello 'Shibari' finiva in coma. A dirigere il gioco Soter Mulé che poi quando il pericolo si fece evidente chiese aiuto non riuscendo tuttavia a salvare la vita alla Caputo. A concludere le indagini sono stati il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il pm Letizia Golfieri i quali sono convinti che nella morte di Paola si configuri l'accusa di omicidio preterintenzionale. Al contrario per il gip il reato da prendere in considerazione doveva essere quello di omicidio colposo considerato il fatto che le due ragazze in sostanza erano consenzienti. Però secondo la Procura il contesto del gioco fa ritenere che il tutto sia stato fatto in maniera illecita.
I difensori di Mulé entro 20 giorni potranno chiedere lo svolgimento di attività istruttoria dopo di che la Procura presenterà al gup le sue richieste finali che si prevede siano di rinvio a giudizio.
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