Guidonia. L’attacco di Rubeis: “Per i comuni che ancora non fanno la differenziata, subito aumenti salati delle tariffe di smaltimento”

In Ambiente & Territorio, Cronaca & Attualità, Politica, Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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In effetti, anche se con le dovute proporzioni, il paragone non fa una piega. Se un posto ha valore archeologico e va tutelato, allora lo stesso trattamento va fatto per altri luoghi che hanno più o meno lo stesso valore. Anche se uno è patrimonio Unesco e uno ogni tanto viene dimenticato anche dalla Regione che l’ha istituito: il concetto di tutela resta il medesimo, almeno come valore assoluto. E poco importa che da una parte l’immondizia ancora non c’è, e dall’altra invece regna incontrastata da 20 anni. Parliamo naturalmente della discarica di Corcolle, che andrà ad impattare su Villa Adriana, e dell’Inviolata, che sarebbe un Parco Archeologico, ma nessuno se ne è mai curato. Nessuno tra quelli che avrebbero dovuto tutelarlo, ovviamente. Nel dibattito è entrato anche il sindaco di Guidonia Eligio Rubeis. Che ha utilizzato una classificazione che i suoi cittadini – abituati ad anni di serie B a causa degli innumerevoli schiaffi ricevuti da enti sovra comunali e non – conoscono bene. “Non possono esistere siti archeologici di serie “A” e altri di serie “B”, Villa Adriana era senz’altro da tutelare rispetto alla localizzazione di una nuova discarica, giusto è stato per il sindaco di Tivoli mettersi a capo dei cortei di protesta, tutto bello, ma chi si interessa delle sorti del Parco Archeologico dell’Inviolata, dove al suo interno anche e soprattutto a causa della “monnezza”  indifferenziata di Tivoli, Fonte Nuova e Monterotondo  la montagna di rifiuti è salita a quota 180 metri? Sono contento che la mobilitazione internazionale per salvare il sito patrimonio Unesco tiburtino dalla discarica abbia avuto effetti positivi, ora però chi davvero, e non solo per convenienza, difende le antiche vestigia deve farlo anche per l’Inviolata, dove gli scavi emersi nell’ultimo anno hanno circoscritto un’area archeologica di interesse unico nel Lazio. In primo luogo riducendo drasticamente il conferimento di tal quale nella seconda discarica più grande del Lazio”. Responsabilità: questo chiede Rubeis, e questo manca da sempre. Responsabilità in quegli enti, come la Provincia, che tra i suoi compiti ha proprio quello di verificare l’applicazione della normativa vigente che impone obbligatoriamente l’avvio della raccolta differenziata spinta porta a porta, pena sanzioni salate. Sanzioni che evidentemente ancora non sono attive. “Temo – aggiunge Rubeis – che  una volta abbassati i riflettori sulla questione Corcolle, questi comuni continueranno impunemente a non preoccuparsi di far partire un sano progetto di recupero e smaltimento del rifiuto domestico. Ricordo ai colleghi sindaci che esiste un provvedimento regionale che fissa le modalità di calcolo delle tariffe di conferimento nelle discariche, in esso viene anche stabilito che laddove i comuni non inizino la raccolta differenziata con risultati prefissati al 65 per cento, la tariffa di conferimento debba essere maggiorata fino ad un massimo del 20 per cento a beneficio del municipio che ospite la discarica, soldi che comincerò a rivendicare con gli enti deputati al controllo, la Provincia, all’applicazione delle sanzioni, la Regione Lazio”. Soldi dalla discarica dunque? Visto che l’immondizia che arriva agli invasi dell’Inviolata non è certamente tutta di Guidonia, e visto che poi l’impatto ambientale se lo prende tutto Guidonia, sarebbe di certo una consolazione. Magra, magrissima, ma pur sempre una consolazione. Consolazione che sarebbe tuttavia ben gradita all’amministrazione comunale, visto che ”questa città – ribadisce – dal 2009 ha avviato una onerosa raccolta differenziata spinta che in poco più di due anni ha toccato quota 65% di rifiuto strappato alla discarica, un esperimento pressoché unico nel Lazio in un comune di 100mila abitanti; continua ad ospitare una sito di smaltimento di indifferenziata a quasi totale beneficio di comuni inadempienti, discarica di cui sta gestendo anche una  delicata fase di bonifica; ha deliberato la realizzazione di un impianto di Tmb così come indicato dalla normativa europea e dal nuovo piano regionale dei rifiuti. Insomma è arrivato il momento che chi invece non ha fatto lo stesso, paghi  e profumatamente”. Tutto bene fino all’impianto. Che non riesce proprio ad sembrare, per la maggior parte delle persone, la soluzione di tutti i mali della discarica. Forse perché, semplicemente, non può essere la soluzione. Comunque, la provocazione di Rubeis ha chiari destinatari. Destinatari che devono prendere atto di tutto questo. E magari porre rimedio. Ma l’impressione è che, anche in questo caso, serviranno tempi lunghi. O, ancora peggio, provvedimenti provvisori. Quindi un lasso di tempo di circa 20 anni. Questa è l’equivalenza tra l’Inviolata e il concetto di provvisorio.

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