Venti anni di reclusione: è la richiesta di condanna fatta dal pm Antonio Calaresu per Alessio Burtone, processato in Corte d'Assise di Roma per l'accusa di omicidio preterintenzionale aggravato da futili motivi dell'infermiera romena Maricica Haianu, da lui colpita con un pugno l'8 ottobre di due anni fa e poi morta in ospedale 5 giorni più tardi. All'imputato il pm ha negato qualsiasi attenuante nonostante egli sia incensurato. La negazione di questo beneficio è stata giustificata dal fatto che Burtone, attualmente detenuto, è imputato anche per altri due atti di violenza.
Prima di sollecitare la condanna il pubblico ministero, riferendosi a quanto emerso dall'istruttoria dibattimentale e anche con l'aiuto di un video registrato delle apparecchiature presenti nella stazione Anagnina dove avvenne lo scontro, ha ricordato i momenti salienti della vicenda.
A cominciare dalla lite che Maricica ebbe con Burtone all'interno del bar della stazione quando cercò di sorpassare la fila e al successivo scontro tra i due e proseguito sul marciapiede della stazione dove ci fu uno scambio di offese e di sputi culminati poi con il pugno al mento che il ragazzo sferrò alla donna. "Un pugno diretto e violento – ha commentato il pubblico ministero – un pugno da esperto boxeur".
A Burtone il pm ha rimproverato diversi comportamenti negativi, come il suo tentativo di allontanarsi quando Maricica già giaceva a terra. Soltanto l'intervento di un militare (poi testimone nel processo) ha fatto sì che Burtone non si allontanasse e che venisse bloccato e quindi consegnato ai carabinieri.
Secondo il pubblico ministero certamente Burtone non voleva uccidere, ma è altrettanto vero che la morte della donna, senza alcun dubbio, è stata la conseguenza del pugno e della caduta a terra. Nulla da rimproverare, invece, ai medici del policlinico Casilino che ebbero in cura Maricica dopo la caduta. I periti disposti dalla corte e presentati dalle parti in causa tolgono ogni dubbio in proposito.
Durante il suo intervento il pubblico ministero, per negare la concessione di ogni attenuante, ha sottolineato la futilità della causa all'origine della lite. Per il pm Burtone ha "una personalità caratterizzata dal disprezzo per l'incolumità della persona".
Due milioni di euro per i familiari della vittima e 30mila euro per il Comune di Roma è l'entità del danno richiesta dai penalisti che nel giudizio contro Burtone rappresentano le parti civili. Dei due mln di euro 1,2 mln sono da destinare al figlio della vittima, 500 mila euro al marito e 300 mila al fratello di Maricica. La prossima udienza del processo si terrà il 16 marzo prossimo.
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