Ancora vestiti made in China. E ancora arresti per contraffazione da parte dei carabinieri della compagnia di Tivoli. La scoperta dei militari dell’Aliquota Radiomobile è stata quella di un laboratorio tessile gestito da cittadini cinesi: l’obiettivo è quello di mettere un freno allo sfruttamento della manodopera clandestina.
La località è il Villaggio Prenestino: il blitz dell’Arma in un edificio – adibito a effettivo laboratorio per realizzare abiti – ha sorpreso all’opera 4 cittadini cinesi. Cucivano in un ambiente ai limiti del vivibile: 150 metri quadrati, 10 postazioni di lavoro, 4 camere con 5 posti letto. Cucina e bagno in pessime condizioni. Le cifre dell’operazione parlano di 200 vestiti da donna imbastiti e pronti per essere confezionati definitivamente, per conto di alcune case di moda, oltre 1000 etichette di marchi “fashion”, delle più famose firme della moda, e più di 300 bobine di cotone di vari colori e altri materiali per il confezionamento degli abiti.
Chi gestiva il laboratorio era anche affittuario degli immobili: madre e figlio, X.Z. e L.Z., di 51 e 29 anni, sono stati arrestati: l’accusa è favoreggiamento della permanenza di stranieri illegali sul territorio e per aver assunto alle proprie dipendenze manodopera clandestina.
Gli operai trovati al lavoro dai militari sono stati portati all’Ufficio Immigrazione: il loro destino è l’espulsione dall’Italia. Si è poi proceduto al sequestro di merce e attrezzature, oltre ad aver allertato la Asl competente per le pessime condizioni igienico sanitarie dei locali. Le indagini tuttavia non si sono chiuse con i sigilli all’edificio: sono in corso accertamenti per verificare il coinvolgimento di altre persone nelle attività illecite. In particolare, controlli per i proprietari degli immobili.
Condividi