Monterotondo, Alessandri chiede ascolto per il territorio. “Perplesso su Area Metropolitana e legge su Roma Capitale”

In Cronaca & Attualità, In Evidenza, Politica da Yari Riccardi Commenti

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Necessità di discutere i futuri assetti istituzionali del territorio. Questa è la richiesta del sindaco di Monterotondo Mauro Alessandri. Nessuna critica, ma evidenziare complessità di problemi molto gravi che colpiscono la città e tutta l’area a nord di Roma, a maggior ragione dopo l’inizio dell’era di Roma Capitale e sulla nuova concezione di Area Metropolitana. Una vicinanza alla Città Eterna che per i comuni del Nord Est da tempo non è più una opportunità, in quanto “la spinta centrifuga con la quale Roma tende ad espellere fuori dai propri confini ogni sorta di problema, rifiuto, emergenza di dubbia o difficile soluzione, tendenza tra l’altro sempre più marcata nell’ultimo periodo, agisce in maniera disastrosa sulla vivibilità e sulla tenuta socio-economica dei comuni dell’hinterland”. Va ripensato, secondo il sindaco di Monterotondo, il rapporto tra la metropoli e le aree urbane limitrofe: un rapporto che va peggiorando di giorno in giorno, basta pensare all’emergenza rifiuti, al piano nomadi, e a molti altri fattori che Roma tende ad allontanare da se stessa. Potrà migliorare questo rapporto impari con i nuovi provvedimenti? Secondo Alessandri la rispsosta è no, “non c’è stato nessun confronto a riguardo, il progetto dell’area metropolitana, di cui si parla spesso a sproposito da almeno vent’anni e che solo recentemente, per merito dell’Amministrazione provinciale, è stato riesaminato, rischia di incarnare un modello calato dall’alto senza dialogo con i territori che pure sarebbero coinvolti nel processo. Per non dire della legge per Roma Capitale: la pietra tombale non solo per le possibilità di crescita ma persino per la tutela delle storiche specificità sociali, economiche e culturali dei nostri territori. Bocciatura senza appello quindi, e non per problemi politici: i difetti resterebbero tali, a detta del primo cittadino, a prescindere dai colori delle varie amministrazioni. Un’area che presenta “correnti” troppo distinte tra i comuni della zona Salaria e i municipi romani. Il potenziamento di una rete imprenditoriale solida e competitiva, il miglioramento della viabilità territoriale, la messa in sicurezza del Tevere, la valorizzazione di percorsi storici, archeologici, culturali ed enogastronomici: oltre alle criticità e ai problemi esistono evidentemente molti temi condivisi dalle nostre realtà territoriali, terreno fertile per ipotizzare scenari istituzionali che garantiscano maggiormente le peculiarità e non ultimi i diritti, tra i quali quello di non subire passivamente lo strapotere della Capitale. Tutto questo, viene specificato, non è viatico per entrare in una nuova provincia, ma per “avviare un serio ragionamento tra istituzioni e territori, rilevare esigenze e specificità e infine portare gli esiti del confronto al tavolo deputato a disegnare gli assetti istituzionali del futuro. Un futuro che ci riguarda, che è anche nostro, sul quale dobbiamo e vogliamo poter dire la nostra”. Poter far sentire la propria voce a patto che qualcuno ascolti. Parte da Monterotondo questo appello a chi sta sopra e pensa di essere Re, a chi si finge sordo, a chi non sente e non vuole mai sentire. Vale per molti comuni, anche per Guidonia, dove c’è la rassegnata convinzione da parte degli abitanti di essere cittadini di serie B. Nessuno, “nei piani alti”, fa nulla per far crollare questa triste constatazione.

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