Il San Raffaele cessa l’attività nel Lazio, oltre 2 mila pazienti da trasferire

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Il San Raffaele Spa cessa l'attivita' nel Lazio. Il gruppo ha inviato a tutte le autorita' e Istituzioni competenti la comunicazione ufficiale di avvio delle procedure, annuncia una nota. "La drammatica e dolorosa decisione – si sottolinea – coinvolgera' 2.283 pazienti, attualmente ricoverati nelle strutture del San Raffaele e che, dal 15 aprile, dovranno essere ricollocati in altri presidi ospedalieri; gli utenti dei Centri polispecialistici ambulatoriali dove, ogni giorno, vengono rese circa 5.000 prestazioni, e 3.171 dipendenti, che verranno coinvolti nella procedura di licenziamento  Una decisione, spiega il gruppo, "assunta a causa dell'inerzia degli uffici della Regione Lazio nella sottoscrizione delle intese per la riorganizzazione del Gruppo San Raffaele, nonche' da mancati pagamenti, da parte della Regione, di prestazioni sanitarie gia' rese dalle strutture del gruppo per un importo pari a circa 150 milioni di Euro".

 

 

Per quanto riguarda la mancata sottoscrizione delle intese per la riorganizzazione, il San Raffaele Spa ricorda di "aver presentato una prima proposta fin da ottobre 2009, aggiornata, in conformita' alla normativa successivamente emanata, a ottobre 2010. Tuttavia, nonostante innumerevoli incontri, sollecitati dal San Raffaele, tesi a concordare una soluzione con le autorita' regionali, ad oggi nulla e' stato ancora determinato".

 

 

Non solo. Il gruppo rileva anche "come fu per la Fondazione Santa Lucia, la mancata definizione dell'assetto del San Raffaele Pisana, in qualita' di Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico), in ordine anche al riconoscimento delle attivita' di alta specialita' riabilitativa, notoriamente fiore all'occhiello della struttura, in conformita' alla normativa nazionale".

 

 

Questa situazione "ove non tempestivamente affrontata e risolta da parte della Regione, costringe la societa' alla cessazione delle attivita' sanitarie del gruppo nel Lazio, per l'impossibilita' di far fronte ai costi di un'adeguata assistenza sanitaria e della remunerazione dei lavoratori, con la dimissione dei pazienti ricoverati e il licenziamento di tutto il personale", e' la conclusione.

 

 


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