Frane sulle strade che collegano almeno tre paesi dei Monti Prenestini, smottamenti e avvallamenti del terreno e sulla strada Empolitana, case e palazzine evacuate e circa 40 persone sfollate ospitate tra residence e alberghi. E' questo il primo bilancio delle pioggie dei giorni scorsi nella zona dei Monti Prenestini. San Vito Romano, Bellegra, Olevano e Rocca Santo Stefano sono i centri più colpiti. Questa mattina il presidente della provincia di Roma Nicola Zingaretti ha compiuto un sopralluogo per conoscere personalmente la situazione e, accompagnato dagli assessori ai lavori pubblici e alla sicurezza, rispettivamente Marco Vincenzi ed Ezio Paluzzi, si è recato nella zona colpita. Una situazione preoccupante tanto che Zingaretti chiederà lo stato di calamità naturale.
La zona è a rischio frane: "Già 1 anno e mezzo fa ci furono fenomeni franosi quando accadono è opportuno verificare di persona – ha affermato Zingaretti -confermo la necessità della richiesta di calamità naturale almeno su 3 comuni che richiederanno ingenti investimenti per infrastrutture e abitazioni". Lo stato di calamità sarà richiesto quindi dalla provincia alla regione la quale dovrà poi inoltrarlo allo Stato "anche se – afferma Vincenzi – non siamo ancora in grado di quantificare i danni e stiamo verificando gli interventi immediati". Già nel 2008 la zona fu colpita da forti pioggie e fu richiesta la calamità naturale: arrivarono circa 10 milioni di euro. "La presenza delle istituzioni può dare fiducia e spero che anche la Regione non si tiri indietro – ha sottolineato il sindaco di San Vito Romano Amedeo Rossi – questi sono territori molto delicati". Il tratto stradale interessato dalle 15 frane accertate è lungo circa 10 chilometri e i primi smottamenti si sono registrati ieri. In questo momento gli uomini dei vigili del fuoco, della protezione civile, della polizia provinciale e i tecnici comunali stanno verificando anche l'agibilità di altri stabili e la percorribilità delle strade. Ad essere monitorati sono anche i paesi di Gennazzano, Gerano e Pisoniano.
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