Erano circa 500. Pochi, forse. Ma certamente più di ogni altra manifestazione organizzata negli ultimi anni sul tema. Si è riempita di gente Via Roma nel freddo e assolato pomeriggio di sabato 10 febbraio, quando il Cra ha chiamato a raccolta la città per dire di no, ancora, al Tmb all’Inviolata. Giovani e meno giovani, tante mamme con i bimbi in braccio, tanti papà mano per mano con i figli: era tempo che a Guidonia non si vedeva una manifestazione in cui i partecipanti erano in numero maggiore delle forze dell’ordine.
L’auspicio è che questo sia il primo segnale di un cambiamento in una città nota per essere spesso addormentata, forse rassegnata rispetto alle tante violenze subite negli anni. Sono accorsi cittadini non solo di Guidonia, ma anche di anche di Tivoli, Sant’Angelo Romano, Fonte Nuova, Palombara Sabina, Marcellina, con l’ulteriore presenza di comitati e associazioni come NoInc di Albano, Alternativa Sostenibile, No Discarica di Cerveteri, Forum dell’Acqua, Italia Nostra e cittadini della Sabina reatina.
“Un corteo lungo e combattivo”, questo il commento del CRA. Il corteo si è chiuso nella pinetina comunale, con gli interventi della presente amministrazione comunale di Guidonia, degli ambientalisti e delle altre associazioni, e con la nuova esibizione, ancora più toccante, di Daniele Coccia, Simone Saccucci, Francesco Polucci, stavolta accompagnati da Alessandro Marinelli e Francesco Grammatico.
Guidonia “Città dell’Aria” è la storia “di chi vuole la pioggia perché vende gli ombrelli, di chi ruba la porta e la soglia”, ma è anche la storia di chi mai ha perso la voglia. E’ la storia dei morti di cancro, delle visite negli ospedali e delle facce mai stupite dei medici al nome quando ascoltavano i luoghi di provenienza dei loro pazienti. E’ la storia di una città addosso a Roma, che agli amori, la famiglia, gli amici, “casa mia” deve contrapporre anni di veleni, “di sciacalli e di avvoltoi”. E’ la storia di verità che non si conoscono, di incubi dai quali è complicato svegliarsi. E’, oggi, la storia di una guerra che oggi sarebbe terribile perdere di nuovo. La storia di un territorio violato e violentato, per anni, da anni. E che ha già dato. Semplicemente, abbiamo tutti già dato.
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